Nel link Liliana Calabrese canta "La liggi dill'appartinenza" (Noto 24-8-2018), una poesia creata da Nino Campisi, a cui Liliana ha dedicato la musica per canto e chitarra,
Eravamo in Piazza XVI Maggio a Noto, in occasione di Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”.

Nino Campisi. Attore, autore e regista, è Direttore Artistico del “Teatro del Navile – Spazio Arte”, di Bologna e della Scuola di Teatro. E’ docente di dizione, recitazione, e comunicazione. Accanto all’attività teatrale ha coltivato da sempre un interesse per la poesia e la pittura.
Nino è originario di Avola, perché qui è nato e cresciuto, ha un livello culturale che non gli permette di provare disturbo, o invidia, per quel che nei fatti noi realizziamo, e ci ha scritto questa notte queste parole: “Caro Ciccio, vorrei esprimere tutta la mia gratitudine a te e Liliana per questo meraviglioso e delicato regalo che mi avete fatto. La canzone di Liliana fa vibrare l'anima di ogni siciliano. È un capolavoro che si inserisce a pieno titolo nella canzone d'autore siciliana. Complimenti. Sono onorato e commosso per avere ispirato la composizione di questa emozionante canzone. Siete le persone che vorrei poter frequentare e con cui poter condividere arte, fede e cultura. Anche se la distanza ci separa, io vi penso sempre. Un abbraccio forte”.
Che dire, noi vagabondi dell’arte e della poesia, che la società del nostro cattivo tempo ci ha “buttati” per strade, per piazze, cortili, bar e pizzerie?
Grazie alla vita che ci ha dato tanto.

BertinottiAvola 2 dicembre 1968, di Liliana Calabrese
Canzone cantata da Liliana Calabrese all'incontro del 2 dicembre 2014 promosso dalla Consulta Giovanile di Avola e organizzato dalla Libreria Editrice Urso di Avola e dall'Anpi, dove poeti, musicisti, testimoni dei fatti e sindacalisti si sono incontrati al Centro Giovanile di Avola in Via Mattarella a quarantasei anni da quell'avvenimento importante in Italia per tutto il movimento operaio. La canzone fa riferimento ai fatti di Avola (SR) del 2 dicembre 1968, dove durante una manifestazione di braccianti in sciopero per il rinnovo del contratto, la polizia sparò contro i manifestanti facendo due morti e numerosi feriti.

Due dicembre, giorno bianco
per la gente in ufficio
e che si vede passare
solite carte e fatture.
Due dicembre, giorno bianco
per mia madre in cucina,
che cantando prepara
il pranzo e la cena.

Due dicembre, giorno nero
per la gente che è stanca
e che scende nelle strade
perché vuole un po’ di pane.
Due dicembre, giorno nero,
da finire al cimitero,
da finirci, assassinati
da quei servi mal pagati.

Ma si sa, si sa che,
ma si sa, si sa che
loro vengon coi fucili,
loro vengono coi mitra,
loro vengono in cento,
mai che siano da soli.
Loro vengon coi fucili,
loro vengono coi mitra,
loro vengono in cento,
mai che siano da soli.

Due dicembre, giorno bianco
per mio padre, che è sereno:
oramai è assicurato,
ogni mese paga lo Stato.
Due dicembre, giorno bianco
per la gente che è tranquilla
e che approva con la testa
quello che scrive la stampa.

Due dicembre, giorno nero
per chi cerca una risposta,
per chi agisce e più non parla
e si difende come può.
Due dicembre, giorno nero
per chi chiede un aumento
e la risposta è solo una,
la risposta è di violenza.

Due dicembre, giorno nero,
da finire al cimitero,
da finirci, assassinati
da quei servi mal pagati.

Ma si sa, si sa che,
ma si sa, si sa che
loro vengon coi fucili,
loro vengono coi mitra,
loro vengono in cento,
mai che siano da soli.
Loro vengon coi fucili,
loro vengono coi mitra,
loro vengono in cento,
mai che siano da soli.

 

 

locandina

DALLA POESIA DI CORRADO MORALE
ALLA MUSICA E VOCE DI LILIANA

SABATO 25 OTTOBRE 2014 - In questo video (di Corrado Bono)
Liliana canta 'A VIGNIGNA di Corrado, a cui lei ha dato questa musica che ascoltate,
per fargli un regalo in occasione della presentazione della sua opera prima narrativa "Miluzza - Trimau la terra".

QUESTA LA POESIA:

‘A VIGNIGNA
(Bimisca 1962)

C’era ‘n’aria particulari
c’era ‘n ciauru spiciali
r’amuri e di terra antica
ri sururi e di fatica.

A’ ogni passu ca si facìa
‘a terra sutta e’ peri si sintìa
ca cuntenta si smuvia.

L’aria, aruci e caura
muvìa i pampini r’’e rappagghja,
parìa ca ni ricijunu cu tantu amuri:
“cogghimi! cogghimi!”

e quannu ‘i casci erunu cini, cini,
n’assittaimu a mangiari ‘n morsu ri pani,
‘na cipuddha, ru’ aulivi e ‘n pezzu ri fummagghji
e ascutajumu a chiddhi ranni
ca cuntajunu storii e ‘nduvinagghji.

S’impajaja ‘u mulu ‘nt’’o carrettu
ciaurusu ri Calaulisi
e ammenzu a cunta e canti
si turnaja stanchi ma cuntenti
a lu nostru paisi.

 

DALLA POESIA DI CORRADO MORALE
ALLA MUSICA E VOCE DI LILIANA

http://youtu.be/gWQ6t7XQQ-o
SABATO 25 OTTOBRE 2014 - In questo video (di Corrado Bono)
Liliana canta 'A ME? TERRA di Corrado, a cui lei ha dato questa musica che ascoltate,
per fargli un regalo in occasione della presentazione
della sua opera prima narrativa "Miluzza - Trimau la terra".

QUESTA LA POESIA:

‘A ME’ TERRA

Terra di mitiche presenze,
terra di grandi speranze,
terra di forti contraddizioni
dove non ci si può vivere
senza emozioni.

Terra di bellezze estreme,
terra di selvaggi odori,
terra di passioni
dove fioriscono
le immaginazioni.

Terra ri bbiddhizzi
e ri miscàti razzi;
terra unni ‘u ciauru ro’ mari
s’ammìsca co’ ciauru re’ ciuri;
Terra unni nun ci si po’sulu passari
ppi’ forza ti ci ha firmari.

Terra unni ‘a storia
ci ha passatu tutta
e macari ‘i pettri
ni vonu parrari.

Terra ca ti trasi
‘nt’’e visciri e ‘nt’’o cori.
chista è terra che so’ figghi
nun li voli mai lassari.

 

Per saperne di più:
http://www.libreriaeditriceurso.com/moralecorrado.html

Dedicato a Machado e a tutti i pellegrini

A CURA DEL FORUM DEI CAMMINI EUROPEI DEL PELLEGRINO
Con Ciccio Urso e Liliana Calabrese
RIPRESE VIDEO DI ITALO BENEDETTI
...Si udì la voce di un poeta gridare
“Viandante non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando…”


A Besenello (Tn) abbiamo cominciato proprio con questi versi e con questa canzone il 3 novembre 2013 nell'incontro di poeti e pellegrini, riuniti lì perché lì vive e progetta ogni suo cammino, e lì ritorna ogni volta, il nostro amico camminante Italo Benedetti...
Un'esperienza, la nostra, da tenere in questo video del ricordo.

*************************************************
Todo pasa y todo queda,
pero lo nuestro es pasar,
pasar haciendo caminos,
caminos sobre el mar.

Nunca perseguí la gloria,
ni dejar en la memoria
de los hombres mi canción;
yo amo los mundos sutiles,
ingrávidos y gentiles,
como pompas de jabón.

Me gusta verlos pintarse
de sol y grana, volar
bajo el cielo azul, temila
súbitamente y quebrarse…
Nunca perseguí la gloria.

musica

recitato
Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.

Al andar se hace camino
y al volver la vista atrás
se ve la senda que nunca
se ha de volver a pisar.
Caminante no hay camino
sino estelas en la mar…

cantato
Hace algún tiempo en ese lugar
donde hoy los bosques se visten de espinos
se oyó la voz de un poeta gritar
“Caminante no hay camino,
se hace camino al andar…”

Golpe a golpe, verso a verso…

Murió el poeta lejos del hogar.
Le cubre el polvo de un país vecino.
Al alejarse le vieron llorar.
“Caminante no hay camino,

se hace camino al andar…”

Golpe a golpe, verso a verso…

Cuando el jilguero no puede cantar.
Cuando el poeta es un peregrino,
cuando de nada nos sirve rezar.
“Caminante no hay camino,
se hace camino al andar…”

Golpe a golpe, verso a verso. (3 volte)
——————————
TRADUZIONE in Italiano

Tutto passa e tutto resta,
però il nostro è passare,
passare facendo sentieri,
sentieri sul mare.

Mai cercai la gloria,
né di lasciare alla memoria
degli uomini il mio canto,
io amo i mondi sottili,
lievi e gentili,
come bolle di sapone.

Mi piace vederle dipingersi
di sole e scarlatto, volare
sotto il cielo azzurro, tremare
improvvisamente e disintegrarsi…
Mai cercai la gloria.

Viandante, sono le tue orme
il sentiero e niente più;
viandante, non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando.

Camminando si fa il sentiero
e girando indietro lo sguardo
si vede il sentiero che mai più
si tornerà a calpestare.

Viandante non esiste il sentiero,
ma solamente scie nel mare…
Un tempo in questo luogo dove
ora i boschi si vestono di spine,
si udì la voce di un poeta gridare
“Viandante non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando…”

Colpo a colpo, verso dopo verso…

Il poeta morì lontano dal focolare.
Lo copre la polvere di un paese vicino.
Allontanandosi lo videro piangere.
“Viandante non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando…”

Colpo a colpo verso dopo verso…

Quando il cardellino non può cantare.
Quando il poeta è un pellegrino,
quando non serve a nulla pregare.
“Viandante non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando…”

Colpo a colpo, verso dopo verso.

ANTONIO MACHADO
(il nome completo è Antonio Cipriano José María y Francisco de Santa Ana Machado Ruiz - Siviglia, 26 luglio 1875 -- Collioure, 22 febbraio 1939-, è stato un poeta e scrittore spagnolo, tra i maggiori di tutti i tempi) appartenente alla cosiddetta generazione del '98)

 

LA LEGGENDA DI MARUZZA, LA POESIA. IL CANTO
Come Libreria Editrice Urso, come A.N.P.I. di Avola, come “Avola in laboratorio”, ci siamo occupati tanto nel 2013 di questione femminile, di violenza sulle donne, di poesia dal punto di vista femminile, e proprio il 9 marzo 2013, in occasione di un incontro condiviso con altre associazioni (tra cui la locale Consulta Comunale Femminile) mi capitò in un intervento (vedi: http://www.youtube.com/watch?v=vTyluQHM-iw) di parlare anche di una leggenda riportata dallo storico e antropologo avolese Gaetano Apollo Gubernale, citata da Sebastiano Burgaretta nel libro “L’opera dell’uomo a Cava Grande del Cassibile”. Il Gubernale parla di un femminicidio accaduto nei dintorni di Cava Grande. Quel caso, sicuramente accaduto fu di tale violenza, e così impressionante, che quel luogo preciso da allora fu chiamato «'U sautu ri Maruzza».
Il poeta di “Libri di-versi in diversi libri” Domenico Giansiracusafu impressionato dalla leggenda che la volle trasportare in un suo lungo poema…
Domenico viene a trovarmi un giorno in libreria e mi chiede se fosse possibile musicare e cantare con la chitarra una parte di quel poema, dove lui immagina Maruzza, condotta dal marito a Cava Grande, e, in quella fase, lei inconsapevole del destino tragico che l’aspetta, resta impressionata di quel paesaggio paradisiaco che è Cava Grande del Cassibile, di quella delle Cave più belle della Sicilia… E ne viene fuori un canto della bellezza, e alla bellezza!
Condividendo il desiderio di Domenico, con quella mia solita “irresponsabilità” quando supero il limite della realtà, chiedo a Liliana Calabrese Urso di fare il miracolo, e il miracolo accade nella forma che ascoltate in quest’audio che sotto vi segnalo.
Il 24 luglio organizzai, come al solito senza finanziamenti pubblici e senza particolari collegamenti col potere, l’incontro di poeti “POESIAVOLA” e parlai ancora di questa leggenda, ma quest'altra volta per introdurre i versi di Domenico Giansiracusa cantati e musicati da Liliana.
Impressiona ancora chiunque sentire la tragicità di quella storia accaduta di sicuro dopo il terremoto del 1693, tra il ‘700 e l’800.
“Quanti anni sono passati da quell'epoca? Nessuno lo sa. I montanari, i mugnai, i contadini, i cacciatori, continuano a chiamare quei luoghi «'u sautu ri Maruzza» e «'afuntana ri Maruzza» e chissà per quanti altri secoli continueranno a chiamarli così, narrando, le mille e mille volte, la dolorosa tragedia da noi accennata”.
Così finisce la narrazione il Gubernale e così faccio anch’io.

Francesco Urso

LILIANA CALBRESE canta "INVERNO" all'incontro di Brescia del 3 novembre 2012

Sabato 3 novembre 2012 dalle 10,30 alle 18,00 siamo stati assieme
poeti, scrittori, pellegrini e amici della libreria editrice Urso col piacere incontrarci, col pensiero ai cammini fatti
e a quelli da fare sul tema: "Camminare poeticamente aggiungendo il tuo sogno al mio".

 
INVERNO

Sale la nebbia sui prati bianchi
come un cipresso nei camposanti
un campanile che non sembra vero
segna il confine fra la terra e il cielo.

Ma tu che vai, ma tu rimani
vedrai la neve se ne andrà domani
rifioriranno le gioie passate
col vento caldo di un'altra estate.

Anche la luce sembra morire
nell'ombra incerta di un divenire
dove anche l'alba diventa sera
e i volti sembrano teschi
di cera.

Ma tu che vai, ma tu rimani
anche la neve morirà domani
l'amore ancora ci passerà vicino
nella stagione del biancospino.

La terra stanca sotto la neve
dorme il silenzio di un sonno greve
l'inverno raccoglie la sua fatica
di mille secoli, da un'alba antica.

Ma tu che stai, perché rimani?
Un altro inverno tornerà domani
cadrà altra neve a consolare i campi
cadrà altra neve sui camposanti.

(testo e musica di Fabrizio De André)

Paisi miu

Lu suli ca ti cerca a la matina,
paisi amatu, disidiratu,
ti trova ‘ntra li ciuri e li iardina,
e s’addimmura e s’i innammura
ri s’angulu ri terra furtunatu,
unni l’apuzza d’oru lu meli fa.
Paisi miu, vasatu di lu mari,
quantu ti vogghiu beni Diu sulu u sa!
Mi po’ la vita macari alluntanari,
ma lu me cori resta ccu tia cca!
Ciuriddi bianchi di li minnuliti,
a cu vi viri u cori riri,
picchì frivaru aprili lu faciti,
è primavera ‘nti sta ciurera,
‘ncantatu resta e mai si nni vò gghiri,
comu se fussi natu ‘nti sta città.

(Sebastiano Andolina)

musica di Giuseppe Gaetano Alia



Edgardo Gelli e Liliana Calabrese nelle canzoni del 1968

 


Una specie di 1968 "by night", attraverso la bella voce di "Gellone", come lo chiamano Ciccio Urso e gli amici di "Avola in Laboratorio", a cui ormai è legato per gli appuntamenti mensili.
Parliamo di Edgardo Gelli, cantante sassofonista popolare negli anni Settanta, romagnolo doc, allievo della famosa insegnante di canto bolognese, Ada Scaglioni, che ha composto due versioni della canzone, una melodica, l'altra una tarantella, in perfetto stile romagnolo. Era l'ottobre del 1969 quando debutta con l'orchestra Casadei, gruppo noto in tutto il mondo con il quale ha inciso una fra le più belle canzoni che rimarranno nella storia della musica "Romagna mia" che gli ha tributato il titolo di "Voce della Romagna". Anche lui non si è potuto sottrarre al brivido di salire sul palco dell'Ariston di Sanremo. Era il 1974, la ventiquattresima edizione del festival, con l'orchestra di Raoul Casadei partecipa alla manifestazione con la canzone "La canta", di Casadei -- Cuccioli - Pedulli, ad interpretarla è proprio lui, canzone che non va in finale, perché vince la Zanicchi, ma che ottiene una grande popolarità e un buon lancio nazionale. La canzone racconta di grandi piazze, di barocche cattedrali, di cavalieri in armi, di una pianura di mandorli fiorita che si risplende da Cava Grande, del Nero D'Avola che il mondo può invidiare. Il testo della canzone suggella un amore incondizionato per la città, nato come un colpo di fulmine, a maggio del 2006, ma diventato già maturo da indurlo a lasciare Urbino. "Sono ad Avola grazie al mio amico Paolo Cicciarella, eravamo suoi ospiti e mi sono innamorato di questa città tanto che ho detto a Franca, mia moglie, trasferiamoci. Mi trovo ben qui, la gente è semplice, di una certa cultura, con grandi idee, qui riesco a comunicare e soprattutto riesco a scrivere, non mi blocco. Il clima è magnifico, fa bene alla mia salute" racconta Gelli con quella sua voce calda e suadente ricordando le sue melodie, quelle che lo hanno reso famoso tanto da essere inserito nel "Dizionario delle orchestre romagnole -100 anni di musica da ballo di Romagna". "Non sono più giovane, non posso spingere oltre, ma ho nell'animo di creare un'orchestra qui" accenna, con un'espressione gioiosa, ai suoi progetti per il futuro che lo vuole ad Avola per "almeno sette anni".

Francesco Urso (31 maggio 2008)
"Grazie alla vita", cantata da Liliana Calabrese Urso


Canzone interpretata da Liliana il 17 maggio 2008 a conclusione della quarta manifestazione di "Libr'Avola", organizzata dal libraio editore Francesco Urso per promuovere le opere e gli autori della Libreria Editrice Urso. In questa occasione si è parlato di Angelo Rullini e Carmela Monteleone.

Francesco Urso
(19 maggio 2008)

Liliana Calabrese Urso canta
in LIBR'AVOLA del 28/02/2008


Sabato 28 febbraio 2009 alle 18,00 in Via Antonino D'Agata (nei locali dell'Associazione 'Soleamaro') la Libreria Editrice Urso di Francesco Urso e L'associazione 'Soleamaro' di Avola hanno organizzato l'appuntamento mensile di 'Libr'Avola', avente per tema l'opera prima di Nino Muccio ''L'Ammiraglio e l'America''.
La serata è stata aperta da una breve introduzione del libraio editore Francesco Urso, a cui sono seguiti diversi interventi (Benito Marziano, Sebastiano Burgaretta, Leonardo Miucci, Michele Urso, Angelo Fortuna, Maria Grazia Restuccia), con la lettura di brani da parte di Donata Munafò ed Erminia Gallo ed esibizione musicale di Salvo Campisi (Presidente dell'Associazione ''Soleamaro''), di Pippo Puma, di Sebastiano Bell'Arte, Angela Muccio e Liliana Calabrese Urso.

Francesco Urso
(3 marzo 2009)

Liliana Calabrese Urso
e Sebastiano Burgaretta
in 'Libr'Avola'

Sabato 28 febbraio 2009 alle 18,00 in Via Antonino D'Agata n. 79 (nei locali dell'Associazione 'Soleamaro') la Libreria Editrice Urso di Francesco Urso e L'associazione 'Soleamaro' di Avola hanno organizzato l'appuntamento mensile di 'Libr'Avola', avente per tema l'opera prima di Nino Muccio ''L'Ammiraglio e l'America''.
La serata è stata aperta da una breve introduzione del libraio editore Francesco Urso, a cui sono seguiti diversi interventi (Benito Marziano, Sebastiano Burgaretta, Leonardo Miucci, Michele Urso, Angelo Fortuna, Maria Grazia Restuccia), con la lettura di brani da parte di Donata Munafò ed Erminia Gallo ed esibizione musicale di Salvo Campisi (Presidente dell'Associazione ''Soleamaro''), di Pippo Puma, di Sebastiano Bell'Arte, Angela Muccio e Liliana Calabrese Urso


Francesco Urso
(3 marzo2008)


MI VOTU E MI RIVOTU

Mi votu e mi rivotu suspirannu,
passu li notti 'nteri senza sonnu,
e li biddizzi tò vaiu cuntimplannu,
li passu di la notti finu a ghiornu,
pi tia non pozzu ora chiù durmiri
paci non havi chiù st'afflittu cori,
lu sai quannu ca iu t'hai a lassari
quannu la vita mia finisci e mori.
-Versione palermitana-

Mi votu e mi rivotu suspirannu,
passu li notti 'nteri senza sonnu,
e li biddizzi tò vaju cuntimplannu
ti penzu di la notti fina a jornu.
Pi tia non pozzu n'ura ripusari,
paci non havi chiù st'afflittu cori.
Lu vo' sapiri quannu t'aju a lassari?
Quannu la vita mia finisci e mori.

Ci penzi quannu nsèmula abballammu
e a siritina cchi sonu tinemmu?
Ntra l'occhi tutti dui ni taliammu,
n'arrussiau la facci e poi ridemmu;
abballannu e suspirannu
li manu n'affirrammu e ni stringemmu...

Lu vo' sapiri quannu t'aju a lassari?
Quannu la vita mia finisci e mori.
-Versione catanese -

E' il canto di una donna che pensando al suo innamorato non riesce a dormire:
"Lo sai, ti potrò lasciare soltanto quando la vita mia finisce e muore".

Liliana canta "La chanson de Pelleren"
al Raduno di pellegrini organizzato ad Avola - SR
l'11 dicembre 2011 (a cura di Francesco Urso
e del FORUM DEI CAMMINI EUROPEI DEL PELLEGRINO
Riprese video di Italo Benedetti.

Liliana canta "UN SENSO" al Raduno di pellegrini
organizzato ad Avola - SR l'11 dicembre 2011
(a cura di Francesco Urso e del FORUM DEI CAMMINI EUROPEI DEL PELLEGRINO
Riprese video di Italo Benedetti).

UN SENSO
(G.Curreri, S.Grandi, V.Rossi - V.Rossi, S.Grandi)

Voglio trovare un senso a questa sera
Anche se questa sera un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa vita
Anche se questa vita un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa storia
Anche se questa storia un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa voglia
Anche se questa voglia un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà...
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...

Voglio trovare un senso a questa situazione
Anche se questa situazione un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa condizione
Anche se questa condizione un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...
Domani un altro giorno... ormai è qua!

Voglio trovare un senso a tante cose
Anche se tante cose un senso non ce l'ha


Liliana canta "DOMENICA E LUNEDì"
di Angelo Branduardi

al Raduno di pellegrini
organizzato ad Avola - SR l'11 dicembre 2011
(a cura di Francesco Urso e del FORUM DEI CAMMINI EUROPEI DEL PELLEGRINO
Riprese video di Italo Benedetti)

"DOMENICA E LUNEDì"

No non perdetelo il tempo ragazzi
non e' poi tanto quanto si crede
date anche molto a chi ve lo chiede
dopo domenica e' lunedì
vanno le nuvole coi giorni di ieri
guarda le pene e saprai chi eri
lasciala andare la gioia che hai
un giorno forse la ritroverai
camminano le ore
non si fermano i minuti
se ne va.........
e' la vita che se ne va
se ne va..........
di domani nessuno lo sa
dopo domenica è lunedì
no non perdiamolo il tempo ragazzi
non è poi tanto quanto pensate
dopo l'inverno arriva l'estate
e di domani nessuno lo sa
camminano le ore
non si fermano i minuti
se ne va
è la vita che se ne va
se ne va...........
dura solo il tempo di un gioco
se ne va
non sprecatelo in sogni da poco
se ne va...........
di domani nessuno lo sa
non si fermano i minuti
dopo domenica è lunedì
camminano le ore
ed il tempo se ne va
non si fermano i minuti
di domani nessuno lo sa
dopo domenica è lunedì
no non perdetelo il tempo ragazzi
non è poi tanto quanto si crede
non è da tutti catturare la vita
non disprezzate chi non ce la fa
vanno le nuvole coi giorni di ieri
guarda le pene e saprai chi eri
è così fragile la giovinezza
non consumatela nella tristezza
dopo domenica è lunedì...

Manifestazione conclusiva del Concorso
"LIBRI DI-VERSI IN DIVERSI LIBRI
in memoria di Carmela Monteleone"
al CENTRO CULTURALE GIOVANILE DI AVOLA (25 marzo 2012)
Liliana canta "L'incanto"
(famosa per la versione di Rossana Casale
e colonna sonora del film del 1983 di Pupi Avati "Una gita scolastica")

 

Ci troviamo tutti in Piazza Trieste, ad Avola,
davanti alla casa della poetessa Carmela Monteleone.
È il 24 marzo di quel lontano anno, il 2012...
Stiamo per concludere il Concorso letterario
che abbiamo dedicato alla memoria della poetessa avolese scomparsa a trentanove anni.
Liliana dedica questa canzone a Carmela Monteleone,
nel corso di "Dalle otto alle otto" per la pace e la poesia.
(A noi piace la precarietà dei mezzi...
Il video realizzato da Nina Coletta
è l'unica riproduzione che abbiamo...
Diciamo grazie all'amica per avercelo donato.)

I GIARDINI DI MARZO
(Lucio Battisti)

Il carretto passava e quell'uomo gridava gelati
al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti
io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
il più bello era nero coi fiori non ancora appassiti
All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
poi sconfitto tornavo a giocar con la mente i suoi tarli
e alla sera al telefono tu mi chiedevi perché non parli
Che anno è che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è
I giardini di marzo si vestono di nuovi colori
e le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori
camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti "tu muori
se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori"
ma non una parola chiarì i miei pensieri
continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri
Che anno è che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è

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