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PER

GIOVANNI ARMONE

 


 
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PER NON DIMENTICARE

 

copertina libro di poesie di Giovanni Armone

Giovanni Armone, uomo di grandi passioni che lo hanno sostenuto fino agli ultimi giorni della sua vita è nato a Pachino il 29 agosto 1957 ed ha sempre amato il suo paese; questa premessa è essenziale per aiutarci a conoscerlo meglio.

I suoi grandi amori sono stati: la letteratura, la storia, lo sport, il teatro e la politica. La passione per la letteratura e per i classici nacque prestissimo, appena finite le medie inferiori ed iniziato l'Istituto Tecnico Industriale.

Lo studio di Foscolo, Leopardi e Manzoni gli aprì nuovi orizzonti nel soddisfare il suo straordinario bisogno di comunicare.

Agli inizi degli anni Settanta mise in scena un lavoro interamente fatto da lui: "I promessi sposi ", in versione musicale, adattando il testo delle canzoni di Mina, Celentano, Battisti ecc. al capolavoro manzoniano. Dell'enorme lavoro di Giovanni non ancora ventenne, non è rimasto nulla.

Un'altra sua grande passione fu lo sport: si appassionò maggiormente al lancio del disco; anche qui Giovanni si distinse e partecipò a numerosi campionati e selezioni regionali e nazionali, insieme ad altri giovani di Pachino.

Quando scrisse la poesia: "Dove è finito il mio paese? ", sicuramente fece un confronto con il paese della sua gioventù, quello in cui i giovani si riunivano in piazza, a volte fino all'alba, si appassionavano a discutere del futuro, dove nessuno aveva ancora ucciso la capacità di sognare.
La giovinezza di Giovanni coincide con un periodo ricco di fermenti politici e culturali; in tale clima si trovò a fare le scelte più importanti che condizioneranno la sua vita. Questo fu il periodo in cui cominciò a conoscere ed apprezzare poeti come Neruda, Tagore e Quasimodo.

Il suo carattere generoso, insieme all'innata avversione per ogni tipo d'ingiustizia e l'impetuosità lo indussero a fare una scelta definitiva nella politica.

A tale scelta rimarrà fedele, non per abitudine o per ostinazione, semplicemente perché dettata dai suoi ideali. Infatti, Giovanni non ha mai pensato di arricchirsi con la politica né di usarla per farne un mestiere, (lui stesso nella poesia La mia canzone afferma ... " io la mia vita l'ho data ad una donna e ad un ideale" ... )

La sua fervida fantasia ed una gran curiosità lo spinsero a guardare "oltre"; dai suoi "perché" nacque la passione per l'archeologia, e l'amore per la sua terra lo spinse a fare interessanti scoperte sul territorio e suggestive ipotesi; molti suoi studi sul territorio sono stati riconosciuti dalla Sovrintendenza di Siracusa.

Nel 1979, Giovanni ha sposato Rosanna, il grande amore della sua vita; a lei ha dedicato molte poesie inserite in questa raccolta; ha avuto due figli, Angela e Natale, i quali hanno ereditato da lui, equamente, la creatività e la generosità. Per completare questo breve quadro della sua vita, occorre dire che Giovanni è stato un gran lavoratore, non ha mai ritenuto nessun mestiere troppo umile per lui e non ha mai giudicato nessuno per le sue condizioni economiche o sociali, ma solo per le idee, per l'onestà e la lealtà.

Nel 1988, Giovanni fu assunto presso il Comune di Pachino e subito dopo entrò a fare parte della compagnia "Teatro Giovane" nell'ambito della quale instaura rapporti d' amicizia e complicità con tutti e partecipa alla messa in scena di parecchi lavori con molta bravura, grande tenacia e volontà.

Chiunque lo ha conosciuto ha potuto contare su di lui come amico, sulla sua disponibilità, sulla capacità di perdonare eventuali torti ricevuti e sulla sua lealtà. Un diverbio con lui non poteva durare a lungo; anche se aveva ragione, veniva a cercarti, perché non poteva fare a meno dell'affetto delle persone che amava!

Giovanni ha avuto molti premi e riconoscimenti di vario genere, ma il più gradito lo ha avuto con questo libro che è la realizzazione di un suo sogno.

Il lO giugno 2000, Giovanni si è spento lasciando in tutti coloro che lo hanno amato un vuoto incolmabile ed una grossa eredità d'affetto.

 

Maria Grazia Armone
(nell'introdizione al libro suddetto)

  IL MIO PAESE
(di Giovanni Armone)

Dove è finito il mio paese...
il paese dove sono nato
dove ho giocato, cresciuto, amato.
Dove. Vi chiedo dove è finito
il mio paese, quello dove si respirava
l'aria di mosto, quello dove si andava,
anche sotto la pioggia, a sentire la novena
del natale, quello in cui si litigava per
costruire il monopattino.
Dove è finito il mio paese
quello dove si andava al cinema
e si fumava di nascosto.
Non fatemi urlare, voglio sapere
dove avete trascinato il mio paese
dove non mi riconosco più.
Dove è finito il mio paese
quello che d'estate si riempiva
di gioia mentre si aspettava
il vecchio autobus per andare al mare.
Vi prego, vi supplico ditemi dove
è finito il mio paese, quello dove
si stava in piazza fino a tardi,
quello che mi ha visto arrossire
vedendo lei la prima volta,
quello che mi ha visto piangere,
sorridere o correre.
Vi chiedo ancora una volta
dove è finito il mio paese
dove lo avete fatto sprofondare
non lo riconosco più.
Perché devo leggere che
Nel mio paese si uccide,
si ruba, ci si droga e si muore.
Come potrò raccontare
ai miei figli che questo
una volta era il mio paese.

Giovanni Armone

Giovanni Armone è nato a Pachino il 29 agosto 1951 ed ha sempre amato la sua città. I suoi grandi amori sono stati la letteratura, la storia, lo sport, il teatro e la politica.
Il 10 giugno 2000 Giovanni è morto e molti lo ricordano per le sue oneste passioni.
Ho conosciuto Giovanni; contavo di farlo venire ad Avola e d'inserire qualcosa di lui, e con lui, in qualche nostro progetto.
Mi ha tradito il correr veloce di questa vita, e ora ho l'angoscia di avere perduto, fra i miei amici, un ottimo interprete di questo tempo che è stata la sua vita.

Francesco Urso