Sette anni sono passati. E ancora stento a crederci che lui non sia più con noi. Alle commemorazioni preferisco i ricordi. Quelli che fanno venire in mente le immagini che ciascuno si porta dentro per sempre. Mocassini marroni. Calzini corti. Sigarette corte. Audi 80. Radiatore bucato. Saracinesca chiusa. Finestrino rotto. Il caffè prima di partire. L’arancina al bar. La borsa coi sogni dentro. I libri ovunque. Salvatore Coppola (Licchia) appartiene a questo universo. E’ lì per sempre. Sette anni sono passati da quando se n’è andato . E ci manca. A me, ai suoi amici, a questa città. Manca quel suo modo unico di fare succedere le cose. Il suo spirito critico moderato e chirurgico allo stesso tempo. Il suo essere profeta, dote che solo gli intellettuali veri hanno. Le sue visioni. E la sua testardaggine che non era ostinazione però; era semmai la volontà di cambiare a tutti i costi il momento, l’attimo. Che non è il futuro. E’ oggi, ora, subito. Con i libri, gli incontri, le parole . Perché lui aveva un concetto etico delle parole, una cosa difficile da spiegare. Cioè le parole sono tali in quanto hanno un peso sociale, restano da qualche parte dentro una porzione di vita. E si collegano fra loro e così nascono emozioni che si dividono con altri. Passioni. Sentimenti. Legami. Una ragnatela di parole. Una ragnatela di persone. Spinte in avanti, appunto. A colpi di carta e di colla. Un progetto pericoloso in una città che campa di sogni svaniti e di medaglie al petto. La rivolta. Coi pizzini della legalità, la casa editrice, la libertà, le intelligenze, la partecipazione. Con una generosità senza eguali. Con il dolore nel cuore e la speranza negli occhi. Che sono quelli che servono a guardare lontano. Giacomo Pilati |
Sicilia e mare, un binomio indissolubile.
Si parla dell’isola del sole e si fantastica: mare pulito e pescoso,
spiagge dorate, scogliere selvagge. Promesse mantenute che non lasciano
spazio a nessun rimpianto. La Sicilia è esattamente quello che
ci si aspetta. È la tavola più di ogni altro luogo a
rivelare la sua essenza mediterranea: una cucina semplice che anche
quando cede alle tentazioni di assomigliare ad una delle civiltà che
l’hanno occupata, lo fa sempre con uno stile suo, un sigillo
che ha adattato e modificato la gastronomia che appartiene alla sua
storia. La cucina di mare è la più fedele alla
identità di questa terra. |
![]() ![]() Alba Allotta, appassionata di cucina, è attenta
ricercatrice di ricette non scritte della cucina mediterranea. Scrive
di gastronomia per diverse riviste. Ha pubblicato libri e manuali di
cucina.Già nel titolo la connotazione forte di questo volumetto
prezioso e accattivante, allegro e necessario. Aprirlo e sfogliarlo
equivale ad aprire un caratteristico barattolo di conserve per ritrovarvi
i profumi e i sapori dell’estate appena trascorsa… Estate
siciliana… Ma non solo dell’estate la competente Allotta
ci offre i sapori! Con semplicità, sintesi e chiarezza, sono
presentate in forma di schede, le ricette della tavola siciliana, dall’antipasto
al dolce, passando per i primi, numerosi e fantasiosi, le carni, il
pesce, le uova, le salse. E in più, pizze, focacce, minestroni… Il
dolce e il salato insieme, una delle tante ”armoniche contraddizioni” della
Sicilia. Una gastronomia che esprime una mediterraneità forte
e tutte le culture che hanno attraversato l’isola lasciandovi
profondi segni anche in quel ”mangiare siciliano” che è anch’esso
pagina di storia.Disponibile anche edizione in lingua tedesca, inglese
e francese |
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MIGLIAIA DI PIZZINI INVADONO LA SICILIA Pubblicati da coppola editore, sono dei piccoli block-notes (7x10 cm.), e si chiamano “I pizzini della legalità”. Il loro titolo è, quindi, quasi un ossimoro. E l’iniziativa, grazie a un’idea balenata al trapanese Salvatore Coppola, più o meno come una necessaria legge del contrappasso, è entusiasmante, è "strategica", è un sistema infallibile per “recuperare in senso buono uno strumento di comunicazione fino ad oggi, purtroppo, inteso solo in senso negativo”. I pizzini raccolgono le testimonianze più significative del nostro territorio - quello che comprende i maggiori centri della Sicilia Occidentale - in materia di giustizia e legalità, e dando voce ad esperti e studiosi del fenomeno mafia, ma soprattutto a familiari di vittime della mafia, ribadiscono dei valori di cui questa nostra terra sembra a volte ancora troppo carente. Tra i protagonisti dei block-notes c’è Umberto Santino, presidente del “Centro Peppino Impastato” di Cinisi, Pina Maisano Grassi, vedova di Libero Grassi, Felicia Impastato e ancora Nino Alongi, Rocco Fodale, Maddalena Rostagno, figlia del sociologo della Saman ucciso a Lenzi, e poi Marilena Monti, autrice, cantautrice e poetessa già direttore artistico del teatro Selinus di Castelvetrano, assidua della casa editrice trapanese Coppola. “L’iniziativa nasce grazie ad alcune conversazioni sull’argomento con i miei amici, più stretti collaboratori e autori, tra cui Giacomo Pilati, dal cui libro “Le Siciliane” è tratto il racconto di Felicia Impastato – dice Salvatore Coppola – e in sinergia con l’associazione palermitana “Addiopizzo” (che curerà la distribuzione del libreccino, e la cui responsabile, Barbara Giangravè, è presente nella pubblicazione con un contributo importante) ma anche con “Libera”. Il senso è proprio quello di rivalutare la figura e la funzione del “pizzino” che in gergo mafioso, e soprattutto dopo l’arresto del boss di Corleone, Provenzano, ha acquisito un significato univoco ed inquietante. Per noi vuole essere invece un veicolo semplice per i messaggi di legalità ed onestà. Sto registrando – continua Coppola – adesioni spontanee da parte di autori di scritti sui temi della legalità e penso che finiremo con il realizzare una vera e propria rete di documenti e di informazioni per una sorta di vademecum per combattere la mafia in un percorso di crescita culturale che rivaluti anche quell’immagine distorta della nostra realtà che tuttora, purtroppo, si registra anche al Nord della Penisola”. Il prezzo dei “Pizzini” è di 2 euro, di cui uno andrà al Comitato “Addiopizzo” e a “Libera”, associazioni che hanno bisogno di una sede, di una struttura stabile, di un telefono e di tutti quei “comfort” necessari per esercitare un’attività efficace in materia, e l’altro allo stesso editore, già noto sia in provincia che altrove per iniziative simili, per un’attenzione costante agli autori del territorio, per i giovani e per i temi di attualità sociale nei confronti dei quali si è posto sempre con tenacia e lungimiranza. Un esempio su tutti, la pubblicazione nel 2003 di “Al lavoro. 18 articoli per una giusta causa”: una raccolta di testimonianze sulla condizione di precarietà che in maniera atavica investe proprio il Meridione. |
Le
immagini e le occasioni che in questo volume prendono forma e luce nascono
da un simpatico progetto che l'autore propone: nostalgia dei colori
intorno alla "donna", alle "donne", che diventano
profumi, canti, nostalgie, nella possibilità di esser citate,
esser dette, espresse, apparire, tramite sapienti lettere di amore scritte
nella dimensione temporale più varia e significativa. |
![]() ![]() ![]() " Le sue doti affabulatorie, prediligono gli itinerari a spirale che, tassello dopo tassello, icona dopo icona, fanno esplodere fantasmagorici giochi dartificio di parole e immagini, molle inventive affascinanti, che mettono in gioco logica, sapere, fantasia con un brillio di memoria che, attraverso un dettato logico, illumina segmenti di conoscenza sepolti nelloscurità sonnolenta della coscienza, generandone il flusso. Nato con e nella neo-avanguardia, Apolloni non ne ha mai prediletto i giochi tipografici, optando per altre strade figurali, quelle degli sketch fatti di immagini e di pensieri alla maniera dei fumetti, quelle delle sue singlossie, che in fondo non altro erano se non brevi, anzi brevissimi racconti, frammenti di narrazione, che si sono poi lentamente ampliati fino a codificarsi e trascorrere in una struttura più complessa e connotata da tutte le norme del testo narrativo, come ha dimostrato soprattutto nel romanzo Gilberte". Dalla prefazione di A.M. Ruta |
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Allegra
Gianni e Benfante Marcello,
Ballata triste della città dei topi, 2004,
16°, pp. 64, Euro 6,50 ![]() ![]() Gianni Allegra (Palermo, 1956) è pittore, illustratore, autore di fumetti, filmaker e vignettista con al suo attivo cinque libri e un Cd-rom. Nel 1999 a Forte dei Marmi gli è stato conferito il premio “'>Pino Zac” per la satira politica.Dal 1983 interviene su varie testate tra cui: Avvenimenti, L’Unità, Linus, I Siciliani, L’Ora, Cuore, Comix, Tango, SmemorandaDisegna quotidianamente dal 1999 la vignetta per l’edizione palermitana di Repubblica. Collabora con il quindicinale svizzero Il Diavolo e con il giornale elettronico di satira Pippol.Com. Le sue illustrazioni appaiono suDiario, Campus, MaximNel 1997 ha tenuto un corso di fumetto e illustrazione presso l’Opera Universitaria di Palermo al termine del quale gli studenti hanno allestito una mostra e prodotto un albo intitolato “La Scuola del Fumetto Palermitano”. Nel 1998 ha realizzato per il “Festival Acquaviva nei Fumetti” nove tavole a colori basate su un soggetto cinematografico scritto da Dino Risi e Fabio Carpi nel 1949 per Totò.Nel 2000 ha creato il cartone animato Casa Machì. Da alcuni anni porta avanti una ricerca pittorica con una serie di mostre a Palermo, Catania, Siracusa e Milano. Nel 2004 il suo progetto “Scorci e squarci” è diventato una mostra itinerante (prima tappa in giugno a Palermo) e un libro realizzato con la collaborazione di dieci autori, tra scrittori, registi e drammaturghi, edito dalla :duepunti di Palermo. Marcello Benfante (Palermo, 1955) ha esordito nel 1975 con la silloge di poesie Scatola cinese ad incastro (Palermo, Ila Palma). Nel 1992 ha pubblicato il racconto lungo Vorago et Vertigo (Palermo, Dial). Nel 1997 il suo racconto Parabola del Signor Nino è stato inserito nell’antologia Luna nuova (Lecce, Argo) curata da Goffredo Fofi. Nel marzo 2000 è stata messa in scena a La Spezia dall’Associazione culturale “Le metamorfosi dell’acqua” il suo racconto Cattivi si nasce (pubblicato da “Linea d’ombra” nel 1994) interpretato dall’attore Alessandro Albertini. Sempre nel 2000 il suo racconto Le sei promesse spose del signor Manzù figurava nell’antologia Sicilia fantastica (Napoli, L’Ancora del Mediterraneo) a cura di Emiliano Morreale.>Un suo testo autobiografico intitolato Gita al mare fa parte dell’antologia Paesaggi della memoria, edita nel maggio 2003 dall’AAPIT di Palermo.Ha curato, insieme a Beatrice Agnello, il volume Guerre style (Palermo, La Luna, 2003) che contiene anche un suo racconto intitolato Respiro del mio respiro.Nel marzo 2004 è apparso nella “Piccola biblioteca di Segno” diretta da Nino Fasullo il suo racconto teatrale La cantina.>Attualmente interviene sulle pagine palermitane del quotidiano La Repubblica come critico letterario ed editorialista, collabora a Lo Straniero e fa parte della redazione del mensile Segno. |
Vara
Nuccio,
Sotto un cielo implacabile. Questione siciliana e tramonto della
grande politica, 2004, 16°, pp. 112, Euro 7,50 ![]() ![]() |
Pina Maisano Grassi, Giuseppe
Casa, Xxxxxxxxx Xxxxxxx, Monica Mariotti, Francesco Terracina, Stefano
Vilardo, Maya Mezzani, Karl Poff, Daniela Gambino, Annalisa Messina,
Giovanni Impastato, Fabio Zanello, Roberto Carvelli, Sergio Rossi, Marilena
Monti, Pietro Genco, Giuseppe Ruffino, Nicolò DAlessandro,
Al lavoro. 18 articoli per una giusta causa,
2003,- € 7,50 |
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