Benvenuti sul sito della Libreria Editrice Urso, dal 1975 un angolo di cultura ad Avola. Novità del mese Offerte del mese Acquista per informazioni
GIOVANNI FRONTE

poesie

Giovanni FronteCopertina libro FronteNasce nel 1934 a Noto (Siracusa). È fra i primissimi protagonisti della comunità artistica di Bussana Vecchia. Ha vissuto un’ infanzia travagliata dalle persecuzioni razziali del regime fascista e da una grande povertà, che lo ha portato a soli nove anni, a lavorare in una fattoria come pastore. Costretto da gravi problemi di salute a essere ricoverato in diversi istituti, si trasferisce a Milano, dove lavora come meccanico. Risalgono a questo periodo le sue prime composizioni poetiche. Nel 1961 visita Bussana e vi si trasferisce divenendone uno dei membri più attivi.
Autodidatta, autore di drammi e racconti, oltre a pubblicare un volume di poesie, intitolato “Fra Bussana e Cariddi” (1980) e illustrato da monotipi di Clizia, ha praticato anche l’attività di scultore, producendo grandi figure metalliche fortemente stilizzate (antropomorfiche o dall’aspetto animalesco) utilizzando frammenti metallici ricavati da automobili e motociclette destinate alla demolizione.
(da http://www.bussanavecchia.it/index.php/giovanni-fronte/)
Scrive di lui il poeta-scrittore Giovanni Stella: “(…)Fronte aveva un modo tutto suo di approccio con gli uomini e anche con gli animali: o gli stimolavano tout court simpatia, e allora vi entrava subito in simbiosi, ovvero, se li vedeva presi da disinteresse, apatia o altergia, non esitava un solo istante a cambiare strada.
La sua immagine, per chi lo conosceva, era legata ai due lama, animali che dal Nord aveva portato seco qui e con i quali conviveva come fossero figli adottivi, ai quali prestava una cura costante e coi quali si accompagnava anche nei suoi spostamenti dalla dimora di Serravento”.
Muore il 18 maggio 2005 a Serravento, nei pressi di Testa Dell’Acqua, in territorio di Noto. Nella locale chiesa dedicata a Sant’Isidoro si tenne il funerale in presenza di tanti giovani. Pochi amici vi assistettero, e ancora lo ricordano…

DEDICATA AL POETA DI NOTO GIOVANNI FRONTE
LA NONA EDIZIONE DI UN CONCORSO LETTERARIO INTERNAZIONALE
IN LINGUA ITALIANA

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Concorso Letterario Internazionale in lingua italiana

LIBRI DI-VERSI IN DIVERSI LIBRI
NONA EDIZIONE 2019-2020
in memoria di Giovanni Fronte

La Libreria Editrice Urso di Avola (Sr), nella figura dell’editore Francesco Urso, rilancia il suo straordinario concorso letterario a livello internazionale riservato alla poesia in lingua italiana, in dialetto e nella lingua della propria regione o nazione.
Come ormai consuetudine, dopo le otto precedenti edizioni di Libri di-versi in diversi libri, anche questa edizione, che è la nona, e che si svolgerà da marzo 2019 a marzo 2020, viene dedicata ad un poeta scomparso anzitempo e amico della Libreria Editrice Urso, e cioè al poeta Giovanni Fronte (per sapere di più: https://www.libreriaeditriceurso.com/poetipoesie/frontegiovanni.html).

La Libreria Editrice Urso s’impegna a pubblicare a ogni autore selezionato dalla Giuria, fino ad un massimo di cento autori, un suo specifico libro di versi e realizzerà tanti libri diversi sia per grafica di copertina sia per le poesie in essi contenute (L’editore Francesco Urso tiene a precisare che sospenderà la prosecuzione del Concorso nel caso che le adesioni fossero inferiori a trentacinque partecipanti).
A tutti gli autori selezionati, dal primo classificato fino all’ultimo selezionato, dalla Libreria Editrice Urso verrà pubblicato e consegnato in premio a ciascun autore domenica 22 marzo 2020 un libro con esclusivamente le sue poesie selezionate dall’editore fra le 45 inviate. I volumi, provvisti di codice a barre ISBN e di codice Qr-code, saranno inseriti nella collana “Araba Fenice”, nel formato cm 16 x 22 circa, di 56 pagine ognuno, carta Palatina avorio gr 100 di Fabriano Fedrigoni, con copertina a colori su grafica a cura esclusiva dell’editore, e con risvolti (in uno dei due risvolti sarà collocata la foto dell’autore e la sua biografia, e nell’altro la sintesi critica della propria opera poetica).
Inoltre, ciascun autore selezionato avrà una pagina a lui dedicata gratuitamente all’interno del sito internet della Libreria Editrice (https://www.libreriaeditriceurso.com).
Nei due mesi precedenti la chiusura della manifestazione tutti i libri realizzati dalla Libreria Editrice Urso con le diverse copertine saranno esposti in varie pagine internet.

    Per saperne di più:

 

REGOLAMENTO

  1. È prevista una sola sezione: Poesia;
  2. COME SI PARTECIPA E QUANDO SCADE LA PRESENTAZIONE DEL MATERIALE
    Possono concorrere autori di tutto il mondo, inviando all’inizio esclusivamente TRE poesie in lingua italiana.
    I concorrenti, partecipando, dichiarano implicitamente che i testi presentati sono di loro composizione, possibilmente inediti, e accettano tutte le norme che regolano questo concorso.
    Gli autori rinunciano ai diritti sulle loro opere oggetto del concorso e non potranno richiedere in nessun momento alcun compenso alla Libreria Editrice. Le poesie restano comunque di loro proprietà e possono successivamente riutilizzarle a loro piacimento anche con altri editori;
    A) Si partecipa inviando un file in word contenente tre poesie in lingua italiana, senza limiti nella lunghezza dei versi; l’invio degli scritti, con a margine le generalità complete relativamente a nome e cognome, indirizzo aggiornato, completo di recapito telefonico, deve essere inviato entro il 31 luglio 2019 per posta elettronica a info@libreriaeditriceurso.com. Dopo l’invio, per aver certezza che tutto sia andato a buon fine, attendere conferma di ricezione del materiale da parte di Francesco Urso;
    B) I dati personali saranno trattati secondo quanto disposto dalla legge sulla privacy 675/’96 e successive modifiche;
    C) Gli elaborati inviati saranno considerati solo ed esclusivamente ai fini del presente concorso.
  3. La valutazione del materiale pervenuto sarà affidata a dei giurati che valuteranno entro il 30 settembre 2019 le tre poesie di ogni concorrente, esaminandole in forma rigorosamente anonima e senza le biografie degli autori. La giuria, presieduta da Nina Esposito, è composta da (in ordine alfabetico): Bono Corrado, Calabrese Liliana, Di Rosa Carmela, Ficara Luigi, Forte Maria Antonia, Politino Fausto, Restuccia Maria, Urso Lilia, Urso Marco, con, in aggiunta, i poeti vincitori delle otto precedenti edizioni, Magi Manuela, Catalano Giovanni, Quartu Maria Chiara, Vizzini Pietro, Esposito Nina, Carlo Sorgia, Liliana Moreal e Mirella De Cortes;
  4. I partecipanti non dovranno versare alcuna tassa di iscrizione o tassa per spese organizzative; unico obbligo riguarda soltanto gli autori selezionati dalla Giuria, che, dopo aver ricevuto notizia di aver superato il giudizio della Giuria, dovranno versare una quota di compartecipazione di Euro 30,00 entro il 30 ottobre 2019, pena l’esclusione dal concorso;
  5. Ogni autore selezionato dalla Giuria in regola col versamento della quota di compartecipazione deve far pervenire:
    1) un file unico in word con 45 sue poesie in lingua italiana, comprendenti anche le tre inviate al momento della selezione; non bisogna indicare il titolo della raccolta, perché viene normalmente assegnato dalla nostra redazione; è consentito di inserire nel contesto poesie in dialetto o
    nella lingua della propria regione o nella propria lingua straniera (l’autore assume piena responsabilità sulla grafia corretta di queste); il titolo di ogni poesia, se presente, dovrà essere tutto in maiuscolo e in grassetto, con un solo spazio vuoto tra il titolo e la poesia, corpo 12, e interruzione di pagina tra una poesia e l’altra. Si raccomanda vivamente che in caso di poesie lunghe, si deve inviare una quantità minore di 45 poesie, in relazione alla quantità delle poesie lunghe inviate;
    2) deve aggiungere una sua foto ad alta risoluzione in estensione tiff, oppure jpg. La foto non deve essere necessariamente di cattiva qualità, ma al contrario, di ottima qualità;
    3) una sua biografia molto sintetica in word aggiornata. Si chiede autocontrollo nella scrittura;
    4) una sintesi critica in word della raccolta poetica inviata;
  6. I nomi degli autori classificati ai primi tre posti saranno ufficializzati in occasione della Festa Mondiale della Poesia domenica 22 marzo 2020, alle ore 17,00, con una manifestazione nel Ristorante-Pizzeria “Rustico” in Via Santa Lucia 52 ad Avola, mentre da gennaio-febbraio 2020 saranno comunicati in stretto ordine alfabetico nella pagina Facebook del gruppo “Libri di-versi in diversi libri” i nomi degli autori selezionati, con cadenza di un autore al giorno;
  7. I PREMI – Non si prevedono premi tradizionali (trofei, coppe, medaglie, attestati, pergamene, ecc.), ma libri, e solamente libri:
    A) 1° classificato: Stampa e consegna all'autore di cento (100) copie di un libro di sue poesie di 56 pagine a totale carico della Libreria Editrice Urso e automatico inserimento del suo nominativo nella Giuria dell’edizione successiva del concorso;
    B) 2° classificato: Omaggio di libri per un importo di Euro 300,00 della Libreria Editrice Urso, e consegna di una copia di un suo libro di poesie di 56 pagine;
    C) 3° classificato: Omaggio di libri per un importo di Euro 200,00 della Libreria Editrice Urso, e consegna di una copia di un suo libro di poesie;
    D) per tutti gli autori selezionati (oltre il 3° classificato): consegna di una copia di un loro libro di poesie di 56 pagine, personalizzato per ciascuno dei poeti;
  8. I volumi pubblicati saranno tutti inseriti col relativo codice ISBN e il codice Qr-code nella collana “ARABA FENICE” con il link della pagina internet dedicata gratuitamente a ciascuno autore selezionato;
  9. I concorrenti assenti alla serata conclusiva riceveranno i premi a loro riservati al loro domicilio, mediante piego libro raccomandato a cura e spese della Segreteria del Premio;
  10. DESTINAZIONE BENEFICENZA
    Nell’intenzione di far ricordare meglio alle Comunità in cui si vive amici poeti e scrittori scomparsi anzitempo e anche poeti viventi meritevoli di attenzione, parte dell’eventuale ricavato in eccesso rispetto a tutte le spese organizzative e a quelle della stampa dei volumi, sarà devoluto alla creazione di targhe da applicare a perenne memoria sul davanti delle loro abitazioni, nella realizzazione di un cammino da sviluppare all’interno delle città, andando per poeti e scrittori.
    In mancanza di destinazione di targhe, saranno inventate altre soluzioni di beneficenza a sostegno della poesia e dei poeti, come ad esempio un volume in premio destinati ai “Costruttori di ponti di poesia e di poeti”, cioè a quanti si dedicheranno all’analisi letteraria dell’opera dei poeti in Copncorso;
  11. Per ulteriori informazioni fare riferimento in Facebook alla pagina Libri di-versi in diversi libri, oppure nella pagina della libreria Editrice Urso e cioè:

https://www.facebook.com/groups/libridiversi.indiversilibri/

https://www.libreriaeditriceurso.com/di...versilibri.html

Si prega di diffondere e condividere il suddetto bando in ogni spazio possibile.

scarica il regolamento

LIBRI DI-VERSI IN DIVERSI LIBRI
albo d'oro
2012
- MANUELA MAGI, Deambulo sul sogno tuo – Poesie
2013 - GIOVANNI CATALANO, Canti e cunti
2014 MARIA CHIARA QUARTU, Raggiungevamo il cielo sognando quel domani

2015 PIETRO VIZZINI, Sono le parole – Poesie
2016 NINA ESPOSITO
, Tra oggi e ieri – Poesie
2017 CARLO SORGIA, Malia mi assale – Poesie
2018 LILIANA MOREAL, Diversamente...? – Poesie
2019 MIRELLA DE CORTES, Ti tenzo in su coro (Ti ho nel cuore) – POESIE – Poesie

 

 

fotoIn memoria del poeta Giovanni Fronte
amico della Libreria Editrice Urso

Per farlo conoscere sempre di più in tutto il mondo
e anche a Noto, nella sua città, attraverso le sue poesie

“LE POESIE… DI GIOVANNI FRONTE…
…HO SEMPRE PENSATO E MI PIACE ANCORA PENSARE
(SE A TORTO NON IMPORTA) CHE ME LE AVESSE DEDICATE…”

Così mi scrisse qualche anno fa, nel 2009, attraverso una e-mail una persona che mi sembrò subito speciale…

Prefiguro già, qual potrà essere differente, spero a breve, il mio uso della lettura e della scrittura, con la piena gestione del mio tempo da pensionato qual sono da quasi un paio d’anni…
In oltre quarant’anni di relazioni culturali e di intrecci di eventi diversificati in tutto questo tempo, m’è capitato di tutto e di più nella vita, col privilegio di aver avuto relazioni speciali, particolarissime con cose sospese che stanno tra un essere e l’altro, tra un’esistenza e l’altra, tra una poesia o un libro e tutto il resto…
Ciò che può accadere ad un uomo, oltre ad aver letto, sì, questo libro, o di ricordare quel verso, è anche questo vivere davanti e dietro le quinte, percepire emozioni che non tutti possono avere. Borges sarebbe stato d’accordo con quest’allargamento esponenziale della lettura alle esperienze della vita…
M’è capitato più di una volta, certo, per la terribile condizione di mancanza di tempo, di non curare meglio gli anelli delle relazioni…
L’ho scritto… Il materiale accumulato attorno ai miei tavoli di studio è così tanto che ci vorrebbero tre-quattro vite per poterlo metabolizzare…
Sicuramente potrò dire alla fine di non essermi per niente annoiato, e di essere vissuto ricco di tanti eventi bellissimi…
Giovanni Fronte è il poeta di cui necessariamente dovremo ancora parlare in futuro (come abbiamo già fatto, e come abbiamo fatto per Ibn Hamdis e Mariannina Coffa).
Giovanni era un tipo molto, ma molto particolare, per la sua, diciamo, "curiosa" personalità.
Essergli amico non era di tutti, e lui mi riteneva, invece, suo amico!
Potevo dirmi un privilegiato se mi veniva a trovare spesso, e non doveva essere normale che lui andasse a trovare qualcuno come me, che per di più abitava anche lui fuori della sua città, che era per entrambi Noto…
A Serravento lui, e io in Falconara, entrambi “Noto-usciti”, e di Noto e dei poeti che lì vivevano s’era fatta l’opinione, in versi, che “si nutrono di barocco//ruminano barocco//rosicchiano barocco//vomitano barocco//sul mio stagionato barocco”.
Dichiarazione che varrebbe di sicuro anche per il futuro prossimo venturo, e che dovrebbe valere come bussola, non solo per i poeti che lì vivono, ma anche per politici di ogni livello, per progettisti di eventi a pagamento, e così via…

Riuscite minimamente a immaginare che un domani possa riconoscersi su alcuni vostri versi una vostra innamorata, o un vostro innamorato, e che di voi chieda notizie?

LIBRERIA EDITRICE URSO: LETTERA RICEVUTA IL 7 FEBBRAIO 2009

Buonasera e scusate se v'importuno, ma per me è importante. Ho conosciuto Giovanni Fronte a Bussana V., tramite una comune conoscente, nel lontano 1974, a fine anno. Ci tenemmo in contatto per un po’, poi, per i casi della vita, ci perdemmo per strada. Per una strana e rara coincidenza parecchi anni dopo lo incontrai proprio a Treviso, e ci riconoscemmo sbattendoci quasi addosso. Il tempo è passato e mi è venuto il desiderio di cercare sue notizie in internet....e ho visto che se n'è andato.
Quando? Ha dei familiari, dei parenti, a Serravento?
Leggendo lo scritto di Giovanni Stella mi sono resa conto, con una certa emozione (e commozione) che io ho, dattiloscritte e inviatemi da lui, le poesie "Nel caso tu ritornassi", e "Come una cosa pulita". Scritte poco tempo che ci eravamo conosciuti, almeno così dice nelle poche righe di accompagnamento. Ho sempre pensato e mi piace ancora pensare (se a torto non importa) che me le avesse dedicate. Come “Attesa”, “Col treno delle12” e “Zeroquattro”, per una ragione plausibile che ora non sto a spiegare.
Che dire? continuerò a conservare con affetto le poesie dattiloscritte, le tre brevi lettere che mi ha scritto e le tre poesie stampate con la sua dedica: “Schiuma bianca”, “Che anno era”, “A voi”. Perdonate la mia prolissità che nasce dalla nostalgia e dal ricordo di una persona di rara sensibilità che ho frequentato troppo poco. E vi chiedo un favore: nel caso abbiate le sue pubblicazioni, tutte, me le potreste inviare (contrassegno naturalmente) all'indirizzo che trascriverò in calce? O dirmi come e dove posso procurarmele?
Vi ringrazio per l'attenzione che avete dato a questa mia: rimango nell'attesa di una cortese risposta. Grazie ancora e cordialissimi saluti dalle tristi nebbie venete.

Firmata con nome e cognome e indirizzo
(che non pubblico per ragioni di privacy)

Non ho saputo che dire a questa signora, sicuramente bella per quello di bello che ha scritto, e mi dispiace.
Realizzerei benissimo una pubblicazione, e la prima copia la invierei gratuitamente a lei…
Le altre copie le darei, per una sorta di compensazione emozionale, a tutti quelli che in vita non gli furono per niente vicini…
Non è escluso che prima o poi non faccia così.

Francesco Urso
10 SETTEMBRE 2015

i poeti

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Per sapere di più:
https://www.facebook.com/media/set/?set=oa.1556603397891206&type=1
https://www.libreriaeditriceurso.com/poetipoesie/frontegiovanni.html

 

Giovanni Fronte, poeta
***


L’escursione domenicale mi porta in tarda mattinata a Testa Dell’Acqua.
Il clima di primavera avanzata mi induce a inerpicarmi sugli Iblei a cielo aperto sulla Mg di colore verde inglese, come le foglie degli alberi che sfiora, il quadrante e il cinturino dell’orologio Chopard 1000 miglia al mio polso e il berretto, che indosso più per vezzo che per necessità.
Il verde intenso è da sempre il mio colore preferito e questo è un itinerario a me caro.
Passo da Serravento, dove un tempo ero solito far frequenti visite a Corrado Sofia e alla sua Fernanda.
Mi ricevevano nella villetta circondata da alberi secolari e piante d’ogni specie, curati dalle mani gentili di Corrado, uomo splendido.
L’ospitalità affettuosa, i dialoghi, i gelati gustati in piattini di fine limoges e con i cucchiaini in argento, sulla terrazza dalla quale con un’occhiata si abbraccia un ampio specchio di mare e un pezzo di Sicilia, sono tracce indelebili dei miei ricordi.
Ed essi riaffiorano puntualmente ad ogni mio passaggio in quella curva a gomito dove non posso più voltare a sinistra, per imboccare la “trazzera”, ma mi è d’obbligo proseguire nella strada provinciale.
Essa, in buona parte, è realizzata sul dorso alto del monte e fa dono al viandante – sia esso novello o abitudinario – di un paesaggio meraviglioso che è munifica gioia degli occhi.
A Testa Dell’Acqua arrivo mentre l’orologio della chiesetta nella piazza, quasi deserta, segna i rintocchi delle ore dodici.
Mi accingo a fare inversione di marcia per guadagnare la via del ritorno, ma un manifesto a lutto mi fa inchiodare lo spyder con una frenata brusca.
“Giovanni Fronte, poeta”. Strizzo gli occhi. Purtroppo ho letto bene. La foto piccola, in alto a destra sul manifesto, non mi lascia margini di speranza.
È lui.
La discesa dal monte stavolta è lenta, monotona, pensierosa.
Arrivato a casa chiamo al telefono Ciccio Urso.
Avevo conosciuto Fronte nella sua libreria. Ciccio mi dà conferma con voce rattristata, comunicandomi di avermi cercato in studio prima di andare al funerale, ma io mi trovavo fuori sede.
A portare l’estremo saluto a Giovanni Fronte, Ciccio aveva notato la presenza di vari giovani estrosi ma, non senza disappunto, non tanta gente quanta forse avrebbe meritato.
Ma Giovanni, pensavo fra me e me, mentre Ciccio si sfogava, se avesse potuto decidere da solo, credo proprio che avesse scelto “quei giovani” come compagni del suo ultimo viaggio.
La forma, la convenzione, la circostanza, non gli appartenevano.
Giovanni Fronte era un anticonformista puro, poeta spontaneo, non costruito, né artefatto, era uomo che viveva l’esperienza del transito nel pianeta sans-façon, e si faceva apprezzare, stimare, ammirare da chi aveva il piacere di incontrarlo sia pure – come me – per qualche minuto.
In quell’incontro in libreria Ciccio mi presentò Fronte in modo del tutto inusuale e originale.

Aprì il volume di Guido Ceronetti, La pazienza dell’arrostito (Ed. Adelphi), a pag. 54, e mi disse “leggi qui”: <<...Però, lì abita un poeta... “Mostra permanente di Ferri Vecchi e composizioni in ferro di Giovanni Fronte”. Sulla porta è appeso un foglietto con una sua poesia, intitolata Attesa:


Col treno delle 12 e zero quattro
non è arrivata
Col treno delle 14 e cinque
non è arrivata
Dal treno delle 16 e 23
non è sceso nessuno
Col treno delle 18 e qualcosa
l’aspetto ancora
Sul treno della sera
tutti erano Lei e non lo erano
Il treno della notte
è passato fischiando
Per tutti i treni
c’è un occhio vigile
e una porta aperta,
sappilo!

Questi versi hanno un incanto. Succede proprio così. Ma se fosse scesa sarebbe rimasta. O ripartita. (Due sciagure). Lei, però, è su ogni treno...>>.
Quando dopo aver letto, divertito e sorridente, restituii il libro a Ciccio dicendogli “bello, veramente bello”, il mio vecchio amico mi disse: “Ecco, Giovanni Fronte è lui!”.
Quell’uomo che ci stava accanto, silenzioso e lievemente sorridente, con una folta capigliatura bianca, era rimasto colpito dal modo sui generis con cui era stato presentato da un comune amico ad una persona sconosciuta.
Bastarono pochi minuti tuttavia perché mi sentii dire da Giovanni affettuosamente: “Ma via, diamoci del tu, non vedi che siamo già diventati amici”.
Fronte aveva un modo tutto suo di approccio con gli uomini e anche con gli animali: o gli stimolavano tout court simpatia, e allora vi entrava subito in simbiosi, ovvero, se li vedeva presi da disinteresse, apatia o altergia, non esitava un solo istante a cambiare strada.
La sua immagine, per chi lo conosceva, era legata ai due lama, animali che dal Nord aveva portato seco qui e con i quali conviveva come fossero figli adottivi, ai quali prestava una cura costante e coi quali si accompagnava anche nei suoi spostamenti dalla dimora di Serravento.
***
Ho fra le mani alcune poesie che Giovanni aveva donato in copia a Ciccio.
Trovo che i versi di Fronte sono limpidi e cristallini come l’acqua che sgorga dalla roccia.
In Quel mattino l’autore si chiede “Cosa dirò al mio amore / quel mattino - il primo - / che si sveglierà al mio fianco? / Dirò soltanto: T’amo!
E poi si chiede “cosa dirò l’indomani / e poi l’indomani ancora / e per tutti i giorni a venire? / Dirò soltanto: t’amo.”
E il suo amore dopo il millesimo giorno “Dirà che sono matto ma certamente mi crederà”.
T’amo è sicuramente la parola più usata e “abusata” in amore, ma è la forza della spontaneità e dell’originalità del poeta a conferirle un senso di accattivante piacere, di stimolo e interesse nel lettore.
E Fronte crea una bella simbiosi di amore-pazzia (l’uno non è senza l’altra...) per poi concludere che il tutto si risolverà in un’altra simbiosi: credo-verità.
Versi semplici, leggeri, eppur germinati da profonda sensibilità interiore.
Come il tempo, affronta con semplicità il tema dello scorrere del tempo, che Fronte non esita a definire “ladro, che da anni mi ruba ore / giorni / mesi / anni /: un furto continuo da quando sono nato”.
Eppure “oggi” a quel ladro il poeta ha rubato “un minuto / ma che vale tutta una vita”.
Una fulgurazione, questa, che merita la più intensa considerazione del lettore attento.
Nei versi che hanno come titolo Nel caso tu ritornassi, il poeta lamenta la partenza della persona amata (o, forse, per metafora, della gioventù?) e in un monologo (che vorrebbe sortire l’effetto di un dialogo a distanza) le comunica che qui piove e fa freddo e “manca pure la legna / in casa non c’è più niente da bruciare / E’ da quando sei partita / che do fuoco ad ogni cosa / Ma che importa / via tu via tutto!”
Anche qui il pregio della sintesi emerge evidente nei versi di Fronte che con poche, giuste parole, riesce a comunicarci una sensazione di distacco dalla vita e dalle cose materiali, a cagione di una grande assenza che è stata presente in un momento di ciascuno di noi.
Poi per una sorta di speranza, mai abbandonata, comunica “che penso d’andare nel bosco / a fare della legna / perché tu possa scaldarti / nel caso ritornassi”.
Nessuno sa se la persona amata che va via ritorna. Tutti hanno il diritto di piangerne la dipartita, ma solo il poeta ha il dovere di sperare e auspicarne il ritorno.
Per avvertire quanta ricchezza interiore c’era in Fronte basta leggere l’incipit di Voglio vivere: Vorrei vivere / in un bel paese povero / Ricco soltanto di calore umano / Con case antiche e mura screpolate / tra gente che saluta anche all’estraneo”.
Parole di un uomo sensibile rivolte ai simili perché apprezzino che il vero valore della vita è in quel calore umano, ignoto ai superficiali, ma che è patrimonio intrinseco degli uomini veri.
A Quasimodo comunica che lui, suo vicino di casa, nuticianu, “scende laggiù /dove vive l’arancio/ dove muore l’arancio”.
È un richiamo delle radici.
Fronte che ha trascorso l’infanzia a Serravento in quel di Noto, dopo aver a lungo vagato, avverte il bisogno di ritornare nei luoghi primigenei e là fermarsi fino alla fine.
Un tema questo caro a molti, a tanti, allo stesso Quasimodo che quindici giorni prima di morire improvvisamente, sente il bisogno, quasi un presagio, di ritornare a visitare la sua casa natale a Modica.
Lo stesso era accaduto a Corrado Sofia, giornalista letterario e scrittore, che dopo aver vissuto per decenni a Roma e aver girato il mondo portandosi fino nei Balcani e financo in Cina negli anni Trenta, avverte alfine l’esigenza di tornare alla patria natia e con Fernanda torna a Serravento, nella stessa località di Fronte, là dove dimorerà gli ultimi anni di vita.
E Giovanni Fronte non poteva non dedicare a Corrado versi toccanti: “Sulla collina di Serravento / non c’è più Corrado Sofia”... “L’amico aspettava la Luna... e quando l’ha vista... l’ha chiamata per nome / l’ha presa sottobraccio / e sono fuggiti insieme / all’alba / come fanno spesso i poeti”.
Mi piace pensare che anche Giovanni abbia fatto così.
StellaGiovanni Stella

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