AD AVOLA DOPO IL TERREMOTO DEL 1693
LA CHIESA DI SAN GIACOMO CON ANNESSO LO SPEDALE SAN GIACOMO
Dopo il tremendo terremoto del 9-11 Gennaio 1693, che sconvolse tutta la fascia orientale della Sicilia e la parte estrema della Calabria, facendo scomparire del tutto antiche città come Avola e modificando le caratteristiche di altre come Catania e Messina, gli istituti caritatevoli di assistenza e beneficenza furono riprodotti nell'ambito del nuovo abitato, entro il perimetro esagonale dal quale prende l'avvio l'odierna città.
In una carta topografica, fatta redigere e pubblicare a proprie spese dal Marchese Giuseppe Guttadauro nel 1756, di cui, anche se conservata nel Museo Civico, circolano molte copie, viene registrata una cosiddetta "Domus Hospitalis", ubicata in un isolato delimitato dalla Via Cavour e dalla Via Milano, comprendente le attuali case Santuccio e i locali adibiti una volta ad uffici della Maternità ed Infanzia ed oggi ad uffici SAUB. Chi entra in questi ultimi locali, malgrado le trasformazioni operatevi, si avvede subito dai soffitti a botte che i vani erano un tempo e originari 1862 al 1885, cioè all'anno in cui avvenne il riconoscimento e l'avvio dell'Ospizio-Ospedale G. Di Mariaamente locali di chiesa. Essi costituivano appunto la Chiesa di S. Giacomo, edificata ad imitazione di quella già esistita sulle colline e distrutta dal terremoto e a corredo della annessa Domus Hospitalis.
Nei fascicoli dei "Conti dei Stabilimenti di beneficenza" della città di Avola, risultano registrati i nomi dei componenti del Consiglio di Amministrazione dell'opera dello Spedale S. Giacomo, nome trasferito alla "Domus" soltanto con la soppressione della chiesa contigua, nell'anno 1819. Essi sono: il barone Angelino Greco e don Concetto Guttadauro come procuratori, don Vincenzo Gubernale come tesoriere.
Da un opuscolo del Bentivegna, riguardante le opere pie della Sicilia del 1862, si traggono ancora riferimenti e notizie in "subiecta materia". Nel 1858, Avola, con una popolazione di 10754 anime, disponeva ancora di uno "Spedale e Chiesa di S. Giacomo", il cui Consiglio di Amministrazione era composto di tre deputati, aventi una durata triennale. Il bilancio dello Spedale aveva le seguenti entrate. l) per fondi rustici e urbani, £ 4,24; per canoni e soggiogazioni, £ 278,24. Aveva all'incontro i seguenti esiti annui: l) per soldi agli impiegati amministrativi e per spese di amministrazione, £ 23,28; 2) per spese culto divino, £ 51,83; 3) per spese ed esiti vari (somma distribuita agli ammalati poveri a domicilio), £ 101,96; per fondo di spese impreviste, £ 105,4l. Lo Spedale beneficiava inoltre, a tutto il mese di maggio 1862, di una rendita di £ 42,50 sul Gran Libro.
Dal 1862 al 1885, cioè all'anno in cui avvenne il riconoscimento e l'avvio dell'Ospizio-Ospedale G. Di Maria, di cui si dirà tra breve, non si ha alcuna traccia o notizia di uno stabilimento che abbia assolto finalità di cura o assistenza di cittadini. E' da pensare che in tale periodo abbia continuato la sua attività, sia pure stentatamente lo Spedale S. Giacomo, la cui scomparsa dalla vita cittadina avvenne inavvertita e senza alcuna consapevolezza degli amministratoti pubblici e degli assistiti.
in Italico L. Troja, Dalla "Domus hospitalis" al moderno "Ospedale Giuseppe Di Maria" - (Origine e vicenda storica dell'Ospedale di Avola), Libreria Editrice Urso, Collana MNEME n. 28
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Dal
sito internet http://www.activitaly.com/immaginicinema/vialattea1.htm
La Via Lattea di Luis Buñuel
E' scritto nel testo in sovrimpressione al termine de
"La Via Lattea" di Luis Buñuel: "Tutto ciò
che nel film riguarda la religione cattolica e le eresie cui essa ha
dato luogo, in specie dal punto di vista dei dogmi è rigorosamente
esatto. I testi e le citazioni sono tratti sia dalle scritture che da
opere di teologia e di storia ecclesiastica, antiche e moderne."
All'inizio del film, Buñuel ci avverte che "in molte lingue
occidentali la Via Lattea si chiama anche 'La strada di San Giacomo'
" e che "da questo fatto deriva il nome di Compostella, Campus
Stella, il campo della stella" per la città di Santiago,
in Spagna, collocata sulla traccia della celeste Via Lattea. Questa
città, "dall'XI secolo dopo Cristo e durante tutto il medioevo
fu meta - dice la voce fuori campo - di un importante pellegrinaggio.
Allora, più di cinquecentomila pellegrini si mettevano ogni anno
in viaggio, a piedi, verso Santiago. Venivano da ogni parte d'Europa.
Si recavano in Spagna per rendere omaggio alla tomba dell'apostolo San
Giacomo. Alla fine del XVI secolo, mentre le guerre di religione ostacolavano
seriamente il pellegrinaggio, il vescovo di Santiago fece nascondere
le spoglie dell'apostolo per proteggerle. I sacri resti furono scoperti
per caso soltanto verso la fine del XIX secolo."
Ma la storia dei resti di San Giacomo non costituisce forse un pretesto
per parlare di qualcos'altro? Il termine "Compostella" con
cui viene designata la città di Santiago è anche il titolo
di un'illustre opera alchemica del XIII secolo dovuta al francescano
Bonaventura da Iseo. Si tratta di un manoscritto che nel titolo richiama
il nome di uno strumento dell'Arte Reale: la teca in cui gli alchimisti
ripongono le cose preziose. Del resto, non è senza significato
la tradizione che colloca l'esordio dell'attività alchemica di
Raimondo Lullo, Basilio Valentino e Nicola Flamel proprio a partire
dal loro pellegrinaggio a Santiago, una città dove per secoli
le diverse confessioni monoteiste hanno potuto dialogare liberamente
attraverso il sincretismo della Sapienza Ermetica. A Buñuel,
tutto ciò doveva essere ben presente, se non altro per aver frequentato
in gioventù i circoli parigini della corrente artistica surrealista,
che aveva tra le proprie bibbie anche i testi di Fulcanelli.
La Via Lattea narra la fantastica avventura di due pellegrini del XX
secolo che viaggiano in direzione di Santiago, ma ritroso nel tempo
attraverso i secoli e le varie manifestazioni eretiche alle quali hanno
dato luogo i principali dogmi cristiani. All'inizio del loro viaggio,
Jeane Pierre, così si chiamano i pellegrini, incontrano un eccentrico
personaggio che li sollecita a raggiungere la loro meta, per generare
con una meretrice due figli di prostituzione che dovranno rispettivamente
chiamare: "Tu non sei il mio popolo" e "Non più
misericordia". L'episodio, che rievoca il libro del profeta Osea
a proposito dell'infedeltà di Israele nei confronti di Dio, sembra
più che altro un pretesto. Anche se la "Pietra" (Pierre)
e la "prostituta" possono essere immagini riconducibili al
simbolismo dell'Arte Spagirica, una interpretazione del film esclusivamente
in chiave di allegoria alchemica sarebbe senza dubbio fuorviante. Per
il momento, si può invece ipotizzare che Jeane Pierre siano
soltanto gli apostoli Pietro e Giovanni. Dopo averli apostrofati con
le parole del profeta Osea, il personaggio incontrato dai due pellegrini
si allontana, accompagnandosi ad un nano che libera in aria una bianca
colomba. Possiamo anticipare che la colomba rimanda in tale contesto
alla figura di Maria Maddalena, che nel vangelo di Luca viene presentata
come una "peccatrice" e che la posteriore tradizione medievale
ha sempre considerato una prostituta. Il termine Maddalena deriva, neanche
a farlo apposta, dal toponimo della località di Magdala o Migdal,
che rimanda dal punto di vista etimologico al nome della colomba.
Subito dopo lo strano incontro di Jeane Pierre si apre l'episodio in
cui vediamo Gesù in procinto di radersi la barba. Sua madre sta
accudendo un bambino e rivolge a Gesù queste precise parole:
" Figlio mio, non ti radere. Stai molto meglio con la barba! "
Questo elemento serve presumibilmente a configurare l'adesione di Gesù
alla legge ebraica del deuteronomio, che obbliga gli uomini adulti a
portare la barba. Ma la scena della Sacra Famiglia suggerisce inoltre
l'idea eterodossa dell'esistenza dei fratelli di Gesù. Al bambino
cui pulisce maternamente il viso, la Madonna dice: "Sei tutto sporco!
Vai a giocare in strada coi tuoi fratelli. "
Proseguendo lungo il loro itinerario, Jeane Pierre incontrano in una
locanda un prete ed un brigadiere che discutono appassionatamente di
religione. Il prete espone con competenza il principio della transustanziazione
del corpo di Cristo nell'ostia della comunione eucaristica: " L'ostia
è il corpo di Cristo - dice il sacerdote - E questo è
tutto. E non bisogna credere che si tratti di una semplice rappresentazione,
di un simbolo, per così dire, del corpo di Nostro Signore. Gli
albigesi lo credettero. E anche i calvinisti, certo. E altri ancora.
Ma questo è e rimane un gravissimo errore. " E poco dopo
aggiunge ancora: "
Credo quia absurdum! La religione senza
mistero non sarebbe più religione! Per finire: ogni eresia che
attacchi un mistero può essere seducente, a prima vista, ma per
gli ignoranti e per gli uomini superficiali
le eresie non riusciranno
mai ad oscurare la verità. " Intanto sopraggiunge un'ambulanza
e due infermieri caricano il sacerdote sulla vettura. Ecco che cosa
si nascondeva dietro a tanta ortodossia, soltanto un pazzo mitomane
fuggito dal manicomio. Eppure, che in quel prete ci fosse qualcosa che
non andava si doveva capire fin dall'inizio, in base alla sua affermazione
secondo cui i musulmani sono cattolici e gli ebrei lo sono anche di
più. L'idea di una essenziale affinità fra le principali
religioni monoteiste apparteneva ad alcuni ambienti del pensiero ermetico
medievale, contigui ai movimenti eretici che contestavano il principio
del sacramento eucaristico. Le opinioni di questi eretici intorno alla
natura di Cristo finirono per coincidere con l'opinione che esprimevano
i rabbini intorno alla figura del Messia, e con le dichiarazioni del
Corano che facevano di Gesù Cristo non il figlio di Dio ma uno
dei suoi profeti. Agli eretici medievali, poteva essere in particolare
gradita l'idea di un Messia investito di una missione di rinnovamento
politico-sociale e di un Cristo che secondo la tradizione islamica riesce
a scampare alla crocifissione, venendo sostituito da un sosia. In tale
contesto, dire come fa Buñuel che gli ebrei ed i musulmani sono
cattolici significa ribaltare i termini della questione, proclamando
eretica la chiesa di Roma e riconoscendo l'universalità del cristianesimo
propugnato dai cosiddetti eretici.
Pierre e Jeansi fermano per la notte in una capanna di pastori, nei
pressi di una foresta, dove assisteranno ad alcuni riti della liturgia
che caratterizzava l'agape dei seguaci di Priscilliano di Avila, vescovo
eretico del IV secolo. Uno dei diaconi presenti alla cerimonia annuncia
che da Roma è giunta la lieta notizia del decreto dell'Imperatore
Graziano con cui Priscilliano viene reintegrato nella sua carica di
vescovo di Avila. Priscilliano, trionfante, afferma: " Igitur pars
nostra vincit. Non ego haereticus sum, sed ille qui Papae titulum sibi
assumpsit.Nostra doctrina ergo vera est, et cito eam aperto in universo
mundo predicabimus. " Ma in cosa consiste questa dottrina?Lo apprendiamo
da Priscilliano stesso e dai suoi fedeli: " Anima nostra essentia
divina est. Sicut angeli, ipsa quoque a Deo creata est. Stellarum cursu
regitur. In peccati poenam unita fuit corpori. Corpus nostrum opus daemonis
est. Daemon autem existit a principio, sicut Deus ipse. Rem tam indignam
et impuram sicut corpus nostro Deum creasse non decet. Corpus carcer
animae est. Anima, ut ab eo sese liberet ab ipso separari debet. Corpus
humiliare et contenere necessarium est. Delectationibus carnis incessanter
submittendum. Ad hoc ut, post mortem, anima mundata ad coelestem sedem
redeat. "
Si tratta di un "corpus" di credenze gnostiche per nulla inconsueto
nelle comunità proto-cristiane dell'Europa nord occidentale del
IV secolo dopo Cristo. Ma accanto a queste credenze Priscilliano faceva
anche riferimento alle consuetudini della tradizione ebraica. Fatto
giustiziare in Gallia dalle autorità romane, si dice che il suo
corpo fece ritorno in Galizia, suo paese natale, attraverso la stessa
via che a partire dall'VI secolo divenne meta del pellegrinaggio a Santiago
di Compostella. Qui si riteneva che giacessero le spoglie dell'apostolo
Giacomo, il vescovo della comunità cristiana di Gerusalemme,
che alcune fonti non considerate canoniche ritengono uno dei fratelli
di Gesù. San Giacomo è leggendariamente considerato il
propagatore del verbo cristiano in Spagna e si dice che le sue ossa
siano state esumate nel VI secolo nei pressi di Compostella. Degli scavi
che risalgono a dopo il secondo conflitto mondiale hanno tuttavia rivelato
che in prossimità del santuario si trovano soltanto delle tombe
cristiane risalenti al IV secolo e una tradizione autoctona riferisce
che le ossa dell'apostolo Giacomo sarebbero in realtà di Priscilliano.
Jeane Pierre sono giunti a Tours, nei pressi di un ristorante dove
un maggiordomo, il signor Richard, s'intrattiene con la servitù
in profonde considerazioni teologiche. Il flash back che a questo punto
si apre sulla figura del marchese de Sade potrebbe sembrare una digressione,
ma in realtà l'ateismo ed il libertinismo da lui professati non
sono altro che una versione aggiornata al razionalismo del sei settecento
del pensiero gnostico. " Solo gli uomini immorali non credono in
Dio. Peggio ancora! Se lo negano, è solo per soddisfare liberamente
le loro passioni, perché un'evidenza non può venire negata.
" Dice il signor Richard. Su questo punto egli trova l'approvazione
dei propri interlocutori, ma una donna delle pulizie replica che per
lei c'è una cosa che è molto difficile da capire: "
è che Cristo sia un uomo e contemporaneamente un Dio. "
Il signor Richard le risponde con ostentata saccenteria: " Se sapeste
quante eresie ci sono state su questo argomento!
alcuni sostenevano
che il Cristo fosse soltanto un Dio
Sì, pensavano che
il suo aspetto umano fosse soltanto una specie di fantasma, di apparizione.
" E subito dopo aggiunge: " E naturalmente non soffrì,
non morì, eccetera eccetera
Marcione e i monofisiti sostenevano
queste tesi. " Lo interrompe un cameriere: " Anche Nestorio,
no? " Risponde in modo un poco azzardato il signor Richard: "
Esatto, Nestorio. Altri eretici invece sostenevano il contrario, naturalmente
Cristo non era un Dio, ma un uomo, nient'altro che un uomo. " Si
da il caso che Nestorio fosse invece condannato dal concilio di Efeso
quale "nuovo ebreo" per aver sostenuto che Maria non era la
madre di Dio e che perciò Cristo era soltanto un uomo. Marcione
era invece un ricco commerciante e sosteneva l'idea di una netta contrapposizione
tra "legge" e "amore": Antico e Nuovo Testamento.
Egli finì così per escludere dai testi sacri tutto l'Antico
Testamento.
A questo punto si apre un nuovo flash back su un episodio della vita
di Gesù che viene riferito soltanto dal vangelo di Giovanni,
il quale è peraltro l'unico evangelista a riportare anche la
discendenza genealogica di Gesù. Si tratta della scena sulle
nozze di Cana. Gesù è in ritardo. Un servo gli dice: "Maestro,
gli invitati sono tutti arrivati. Vostra madre e i vostri fratelli stanno
aspettando. " Gesù gli replica secondo le parole degli evangelisti
Marco (3.31) e Matteo (12.47) : " Ecco mia madre e i miei fratelli.
Poiché chiunque avrà fatto la volontà del padre
mio che è nei cieli, egli mi è fratello, e sorella, e
madre. " In queste citazioni, il riferimento di Buñuel all'esistenza
dei fratelli di Gesù è esplicito, mentre la scena delle
nozze di Cana sembra peraltro alludere ad un suo possibile matrimonio.
Di nuovo, siamo ricondotti in pieno XX secolo al ristorante del signor
Richard, il quale sta ricevendo dei clienti che si dimostrano incuriositi
dal suo discorso. Il signor Richard si domanda come mai di fronte a
tanti ciarlatani e visionari, come ad esempio Simon Mago, "solo
il Cristo sia riuscito ad imporsi." "Ma perché era
l'unico a essere Dio!" Gli fa eco la signora Garnier. Il signor
Richard dimostra con un piccolo inchino la sua approvazione. Jeane
Pierre, i due pellegrini, che intanto si sono affacciati all'ingresso
del ristorante sono cacciati in malo modo. Per espiare il peccato originale,
la religione cristiana ha elaborato una nuova forma di gnosi che redime
l'uomo, rendendo il figlio di Dio consustanziale al Padre. Il messaggio
di Buñuel è questo. Ma va anche oltre. Per una sorta di
proprietà transitiva, il discorso fatto a proposito degli atei
vale anche per i cristiani: al fine di soddisfare liberamente le proprie
passioni, essi hanno affermato la divinità di Cristo che espia
con la propria morte i loro peccati. Il cristianesimo è in pratica
la forma più autentica di ateismo.
Jeane Pierre sono giunti a Bordeaux e si trovano nei pressi di un istituto
scolastico femminile. Qui assistono al saggio di fine anno delle allieve,
la recita di una commedia interpolata da alcuni canoni stabiliti al
concilio di Braga contro l'eresia di Priscilliano: " Se qualcuno
sostiene che ai cristiani è permesso di avere molte mogli, e
che avere molte mogli non è vietato da alcuna legge divina
Anatema su di lui!
Se qualcuno sostiene che nel sacrificio della
messa si commette un atto blasfemo verso il sacrificio di Gesù
Cristo morto sulla croce
Anatema su di lui!
Se qualcuno
sostiene che è impossibile osservare i comandamenti di Dio, anche
per chi è in stato di Grazia
Anatema su di lui!
Se qualcuno sostiene che Dio nutre odio per il bambino che nasce e lo
punisce per aver commesso il peccato di Adamo
Anatema su di lui!
Se qualcuno, solo perché giudica immonde le carni che
Dio ha dato all'uomo per nutrirsi, e non perché desideri mortificare
il suo corpo, si astiene dal mangiarne
Anatema su di lui! "
Un altro flash back ci porta dalla recita delle allieve dell'istituto
Lamartine alla cella di un tribunale dell'Inquisizione, in pieno medioevo.
Un eretico nega l'esistenza del purgatorio e dichiara la nullità
dei falsi sacramenti della cresima e dell'estrema unzione. " Mi
domando se bruciare gli eretici non sia una azione contraria alla volontà
dello Spirito Santo. " Afferma un giovane monaco del tribunale.
Gli risponde l'Inquisitore: " Ma è la giustizia degli uomini
che li punisce! E' il braccio secolare! Gli eretici non sono condannati
perché sono eretici, ma per le sedizioni e gli attentati che
perpetrano a danno dell'ordine pubblico! "
Jeane Pierre sono al confine spagnolo e facendo l'autostop assistono
ad un incidente stradale. Una macchina esce di strada e l'automobilista
muore sul colpo. Ma i due pellegrini si accorgono che nel sedile posteriore
della macchina c'è un giovane, il quale non è altri che
il demonio. " Ma chi è lei? " Chiede Jean. Il giovane
risponde: " Un operaio
Un operaio che non sciopera
E là sotto siamo milioni e milioni
" La polemica politico-sociale
nei confronti del regime franchista è più che evidente.
A questo punto l'autoradio, rimasta accesa, attacca una litania.La voce
appartiene allo stesso Buñuel che recita alcuni passi della "Guía
de pecadores" del frate domenicano Luis de Granada: " Lagrimas
allí no valen, arrepentimientos allí no aprovechan
oraciones allí no se oyen, promesas para adelante allí
no se admiten
tiempo de penitencia allí no se da
porque, acabado el postrer punto de la vida, ya no hay mas tiempo de
penitencia
" Con perfetta consapevolezza teologica, il demonio
così commenta: " Eppure io credo che un giorno anche noi
saremo salvati
Il giorno del Giudizio, Dio avrà pietà
di noi. " Ma questa è per Buñuel anche la prospettiva
di un futuro cambiamento politico per la Spagna.
I due pellegrini riprendono il cammino. Subito si apre un nuovo episodio
sulla disputa di molinisti e giansenisti intorno alla dottrina del libero
arbitrio e della Grazia nello stato della natura corrotta dal peccato
originale. La disputa assume le caratteristiche di un duello alla scherma,
intercalato da una contesa verbale che ricorda in modo parodistico le
discussioni dialettiche previste dal curricolo formativo della Ratio
Studiorum gesuitica. Come in un gioco delle parti, il duello si risolve
senza né vinti né vincitori e i contendenti se ne ritornano
a casa scambiandosi reciproche cortesie. Jeane Pierre riprendono il
cammino.
Giunti oltre confine, nei pressi della baia di San Sebastian, incontrano
Francesco e Rodolfo, due giovani studenti del
cinquecento, che
li ricompensano di una moneta d'oro affinché alloggino il loro
asino presso la locanda del Llopo. Attraverso il simbolismo dell'oro
e dell'asino siamo così ricondotti nell'ambito di un'allegoria
alchemica. L'avventura di Rodolfo e Francesco riguarda principalmente
il tema della disputa intorno al dogma della trinità e quello
dell'immacolata concezione, che si conclude in modo crudelmente sarcastico
nel dialogo tra Rodolfo, un prete e una ragazza: Il prete: "Allora,
ascoltatemi attentamente. Pensate che Maria è rimasta vergine,
prima e dopo la nascita del Salvatore. Naturalmente, alcuni eretici
hanno negato questa realtà: per esempio Fotino e Cleobulo. Ma
bisogna credere al dogma. Il Cristo è stato generato dalla madre
senza infrangere la sua verginità. Lo capite bene?" La ragazza:
"Oh, sì! Proprio come il pensiero sprizza dal cervello senza
rompere la scatola cranica! " Rodolfo: "E come un raggio di
sole attraversa il vetro senza romperlo! " Il prete: "Esattamente.
E infine pensate alla sua Assunzione! Pensate che la Vergine è
salita al cielo in carne e ossa, portata dagli angeli, e che, da lassù,
ella intercede per i peccatori!
Ebbene, se voi volete essere
graditi alla Vergine Maria, ricordatevi che a Dio nulla ripugna di più
del peccato d'impurità. Sapete perché Gesù non
ha risposto a Erode quando questi lo interrogava, e nemmeno ha alzato
gli occhi verso di lui?" La ragazza: "Perché Erode
era un uomo lascivo e fornicatore, e Gesù non voleva nemmeno
guardarlo in faccia! " Il prete: "Perfetto, figlia mia! Dovete
guardarvi dalla lubricità come dalla peste! Ricordatevi di quelle
sette odiose, gli adamiti o i nicolaiti, che mettevano le loro donne
in comune e che si abbandonavano alla lussuria! Sono stati tutti condannati!"
La ragazza: "E' scritto: " La casa della donna corrotta è
la via del soggiorno dei defunti" " (Proverbi 7.27). Rodolfo:
"Signor curato?
E se decidessimo di sposarci, io e lei?
" Il prete: "Evidentemente, questo cambierebbe un po' le cose
Ascoltate tuttavia ciò che dice l'apostolo Paolo a questo
riguardo
" E' bene per l'uomo di non toccare donna "
E inoltre è giusto che voi sappiate che certi teologi,
e san Tommaso tra gli altri, hanno sostenuto che perfino per le coppie
legittime l'unione carnale è un peccato veniale." La ragazza:
"Io sono vergine, padre. Dunque, sono forse senza peccato! "
Il prete: "Non lo dica neppure! Ahimè, figliola, nessuno
è senza peccato! " Rodolfo: "Neanche la Santa Vergine?
" Il prete: "Lei sì, naturalmente! La Vergine era incapace
di commettere un peccato. Ma sapete che Origene, San Basilio e San Giovanni
Crisostomo hanno sostenuto che era colpevole di qualche peccatuccio?
" La ragazza: "Quali? " Il prete: "Un po' di vanità,
può darsi. Desiderio di essere stimata.Hanno anche detto che
durante l'Annunciazione aveva dubitato delle parole dell'Angelo. E che,
infine, ai piedi della Croce, la sua fede aveva un po' vacillato. "
Al termine del film, i due pellegrini giungono finalmente a Santiago.
Qui incontrano una prostituta che appare ai loro occhi una principessa.
La prostituta li avverte che la città è deserta, in quanto
si è scoperto che la tomba di san Giacomo nasconde in realtà
le spoglie di Priscilliano, e pertanto nessuno vi si reca più.
Ai due viandanti non resta altra consolazione che comprare l'amore della
prostituta con la moneta d'oro regalata loro da Rodolfo e Francesco.
La prostituta dice a Jean: " Vorrei che tu mi dessi un bambino
Lo chiamerò
Lo chiamerò " Tu non sei
il mio popolo"! " Pierre allora interviene per chiederle:
" E noi? Se lo avremo anche noi due, un bambino?" La prostituta
risponde: " Lo chiamerò "Non più misericordia"!
" La profezia rivelata ai due viandanti all'inizio del film si
compie: la prostituta e i due pellegrini spariscono all'interno di un
bosco.
Dal medesimo bosco avanzano due ciechi che vanno incontro a
Gesù,
il quale è seguito da alcuni apostoli. Gesù: " Ma
soprattutto non dimenticate ciò che vi ho appena detto"
Pietro protesta: " No, Signore! Dio te ne salvi, tu non puoi morire!"
Gli risponde Gesù: "Vattene via da me, Satana! Tu non hai
il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini! " Uno dei
due ciechi si appella a Gesù chiamandolo figlio di David. Gesù
con un po' di terra e qualche sputo ridona la vista ai ciechi, ma raccomanda
loro di fare in modo che "nessuno lo sappia" (Matteo 9.30).
" Perché non vuoi che si sappia che tu li hai guariti? "
Chiede Giovanni. E gli altri apostoli gli fanno eco: come mai, "
certe volte, non vuoi che si raccontino i tuoi miracoli?
A Cafarnao
ne hai fatti tanti in pubblico! Hai moltiplicato i pani e i pesci e
c'erano migliaia di persone!" La risposta di Gesù è
quantomai sibillina: " Non sono venuto a mettere pace sulla terra,
ma spada! " (Matteo 10.34). E sempre con le parole dell'evangelista
Matteo così prosegue: "
Perché sono venuto
a dividere il figlio da suo padre, e la figlia da sua madre, e la nuora
dalla suocera
In verità, in verità vi dico che
i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua! "
Quale è dunque la "pietra filosofale" nascosta nella
Grande Opera di Buñuel?Penetrarne il senso è difficile.
L'unica certezza è data dalla centralità che egli attribuisce
alla figura di un Messia eretico, che non è venuto a portare
pace sulla terra, ma spada. Un Messia che discende direttamente dalla
stirpe di Davide, un Re d'Israele che è circondato da fratelli
e sorelle
e a Cana si unisce in matrimonio con una donna, forse
la Maddalena. Un Messia che deve certamente molto alla tradizione apocrifa
del vangeli e forse anche qualcosa alla letteratura sui testi ritrovati
a Nag Hammadi e Qumran dopo la seconda guerra mondiale. La chiave per
comprendere il significato dei nomi attribuiti ai "due figli di
prostituzione" risiede forse negli opposti atteggiamenti manifestati
nei confronti del messianesimo di Gesù da parte degli apostoli
Pietro e Giovanni. L'apostolo Giovanni e la tradizione giudeo-cristiana
sono i custodi di un messaggio messianico legato alla stirpe davidica
di Gesù e all'obbedienza alla Legge ebraica. L'apostolo Pietro,
invece, è colui che, disperando del successo della missione politico-sociale
di Gesù e non volendo accettare la sconfitta, ne prostituisce
allora il messaggio a vantaggio di una sua interpretazione di tipo salvifico,
sul modello delle religioni orientali. Ma la prostituta del finale è
anche una "principessa", che ricorda la figura di Maria di
Magdala e l'ammonimento a non considerare la morte di Gesù come
un atto di misericordia nei confronti dell'uomo.
Gianfranco Massetti |