EDITORIA E VENDITA LIBRI AL DETTAGLIO VIA INTERNET ISBN 978-88-6954 LIBRI
SU AVOLA (o
di autori avolesi, o
sul territorio di Avola)
Sono importanti in ogni comunità i poeti, gli scrittori, gli artisti, gli intellettuali che lì vivono ed elaborano una loro opera creativa; costoro intrecciano le loro storie e i loro sogni con le case, le strade, i monumenti e le opere d'arte che fanno da coreografia a quanti lì vivono con o senza questa consapevolezza.
Quasi sempre queste preziose risorse umane non vengono considerate come meriterebbero in tutte le comunità di questo pianeta chiamato Terra... Così accade generalmente in ogni nostra città... Quel che tutti possiamo fare, è esaltare quanto nei fatti comunque esiste nonostante tutto - pur attraverso mille difficoltà - e che in ogni caso non può essere disconosciuto.
In questa circostanza pongo all'attenzione una parte di libri e autori avolesi vicini alla mia attività editoriale, o alla mia libreria.
Baldassare Cuda Avola da Casale a città
I BANNI BARONALI 2018, 8°, pp. 208, € 18,00
Libreria Editrice Urso,
Collana Mneme n. 53 ISBN 978-88-6954-192-6
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(…) Questo volume di Saro Cuda, “Avola: da casale a città”, … si inserisce autorevolmente nella ricerca storica su Avola, che non è certo priva di momenti significativi, ma che rivela un andamento spesso ineguale e sistematico, legato alle contingenze e alle occasioni particolari. Ma questo dato è legato alla condizione generale, che vede le città siciliane sottoposte ad analisi storiografiche solo di recente.
L’opera di Cuda privilegia, invece, la dimensione dell’organicità e della sistematicità e aspira a inquadrare e a organizzare gli studi e la documentazione su Avola in epoca spagnola, per comporre un quadro unitario, quale può essere solamente ricavato sulla base di una vasta e capillare ricerca di documenti storici ufficiali. Sono, infatti, questi ultimi che possono sottrarre la città e la sua storia ai giudizi epidermici e acriticamente localistici, per consegnarle ai flussi della storia, dai quali emerge un passato complesso e articolato, frutto di decisioni e di azioni maturate ai vari livelli, dal potere centrale fino alle ramificazioni periferiche, in una catena di potere nella quale emerge sempre il ruolo egemonico dell’aristocrazia feudale.
Il volume di Cuda colma, quindi, una lacuna e spero diventi il punto di partenza per ulteriori e nuove ricerche.
Sebastiano Amato
Presidente della Società Siracusana di Storia Patria
Giuseppe
Pignatello Avola dalla preistoria al Duemila 2008, pagine
784, ill.,
€ 26,00
dalla PREFAZIONE
(…) Giuseppe Pignatello aggiunge un nuovo e più corposo tassello alla sua multiforme operosità di studioso del territorio e della cultura locale. La curiosità intellettuale mai doma, la scrupolosa ricerca dei documenti, la puntuale attenzione a cogliere le relazioni tra storia, antropologia e scienze sociali, la capacità di riordinare la trama degli eventi e dei personaggi su scala plurisecolare fanno di questo libro un contributo assai utile alla comprensione delle dinamiche istituzionali, economiche e sociali di lungo periodo di Avola e del suo hinterland.
Dalil'antica Hybla all'araba Abla fino alla normanna Abola, l'autore descrive la lenta transizione dal castrum fortificato alla cittadella medievale, che sotto il dominio feudale degli Aragona nel corso del XIV e XV secolo assume una più specifica identità urbana, come testimonia l'elevazione del feudo a marchesato nel 1542. Sotto la spinta della naturale fertilità del suolo e della laboriosità dei suoi abitanti la piccola città registra soprattutto nel XVII secolo un discreto sviluppo agroindustriale favorito dall'illuminato governo degli Aragona-Pignatelli: la coltivazione della canna, la produzione dello zucchero e la diffusione dei contratti d'enfiteusi alimentano la crescita economica ed insieme promuovono la formazione di un autoctono ceto civile (proprietari, mercanti, professionisti, «officiali») che insidiano la tradizionale leadership della demaniale Noto. Per questa società urbana in espansione, il terremoto del 1693 rappresenta solo un blocco temporaneo, poiché dalla distruzione materiale prende avvio la straordinaria opportunità di rifondare la città sulla costa, con una nuova forma esagonale che coniuga razionalità urbanistica e sviluppo economico. Nel XIX secolo Avola assume così i tratti di una città mercantile matura: dai circa 6000 abitanti del 1681 (ancora fermi a 6800 nel 1806) lo stock demografico balza a 11.000 abitanti nel 1861 e a 20.000 nel 1921, grazie alle trasformazioni intensive dell'agricoltura (mandorleto) e alle connesse attività marittime e commerciali. A cavallo tra Ottocento e Novecento Avola consolida in modo definitivo i suoi "caratteri originali" di città dinamica e aperta, luogo di formazione di élite colte e "dedicate" alla modernizzazione del territorio, come dimostrano le vicende politiche ed amministrative degli ultimi decenni con dovizia di particolari illustrate dall’autore.
Lo studio della storia locale resterebbe vuoto esercizio retorico e antiquario, o peggio scadrebbe nell'oleografia paesana, se non fosse supportato dalla competenza professionale e dall’impegno civile. Né l'uno né l'altro difettano però a Pignatello, che con questa sua opera intende proseguire l'esempio di serietà e di obiettività degli intellettuali positivistici del secondo Ottocento a cui dobbiamo la conoscenza approfondita della storia siciliana. Con una differenza significativa rispetto ai predecessori. Alla fine del secolo scorso la motivazione a ricostruire l'albero genealogico dei paesi nasceva dalla spinta delle borghesie locali ad autolegittimare il proprio ruolo "urbano" nei confronti del "barbaro contado" ed a nobilitare origini e vicende delle famiglie "illustri" del notabilato. Oggi il rinnovato interesse per la storia locale deriva dalla consapevolezza dei guasti culturali provocati dall'inarrestabile processo di dememorizzazione collettiva in cui ci sta precipitando la cosiddetta "civiltà" dei consumi e dei mass-media. Schiacciati dal presente "corto", stiamo perdendo le tracce del passato e rischiamo di smarrire direzione e senso del futuro. Recuperare il rapporto tra passato e presente, per dare continuità d'azione e spessore progettuale al domani delle nuove generazioni: questa è la sfida in cui si cimenta Giuseppe Pignatello e con lui tutti gli studiosi che ancora nutrono fiducia nel valore scientifico e pedagogico della ricerca storica.
Università di Catania, novembre 2007
Prof. Giuseppe Barone
Gaetano Apollo Gubernale Dizionario biografico degli uomini illustri della provincia di Siracusa 1909, 8°, pp. 232
€ 27,00
Dizionario degli uomini illustri della provincia di Siracusa e anche splendido strumento di approfondimento sui personaggi di cultura che si distinsero soprattutto ad Avola.
GAETANO APOLLO GUBERNALE
(Avola 1887 – Siracusa 1953) fu autore di numerose ricerche di storia patria e di folklore riguardanti Avola, la sua città natale, la provincia di Siracusa e la Sicilia tutta. Fondò e diresse, nei primi anni di questo secolo, la rivista "La Siciliana". Tra le sue opere edite sono il "Dizionario biografico degli uomini illustri della provincia di Siracusa", "Brevi cenni sulla città di Avola", "Avola", oltre ai saggi e agli articoli usciti ne "La Siciliana". Tra le molte opere inedite, conservate nella Biblioteca Comunale di Siracusa, sono gli "Annali avolesi" (Grandi volumi in foglio di quasi 700 pag. ciascuno, vera enciclopedia storica della città di Avola e della provincia di Siracusa; degno di rilievo è anche un manoscritto sui poeti popolari avolesi).
DA PAGINA 5 DEL LIBRO DI SALVATORE SALEMI (...)Mi sento in dovere di manifestare un sincero rincrescimento per il fatto che un valido scrittore locale e la sua produzione letteraria sono stati ignorati per troppi anni; e il dispiacere è più amaro se penso che Di Giorgio continua tuttora ad essere ignorato persino da tanti operatori culturali della nostra città. Certo, l’aver lo scrittore trascorso gran parte della sua non breve vita lontano dal paese natio ha fatto sì che da parecchio tempo ormai si sia disperso, ad Avola, il ricordo di lui; ma gli oltre venti anni che sono trascorsi dalla pubblicazione del suo romanzo "Un pugno di case", che è un’autentica testimonianza d’amore verso il proprio paese, senza che nulla si sia fatto per divulgarlo e farne apprezzare il valore artistico, rappresentano la prova troppo evidente di una nostra mancanza nei riguardi di uno degli artisti cui la nostra città ha dato i natali.
Perché Di Giorgio potesse ricevere l’apprezzamento favorevole, che indubbiamente gli spettava, da parte dei suoi concittadini, non fu neppure sufficiente che nel 1973 "Un pugno di case" ottenesse un riconoscimento ufficiale e solenne, mediante l’attribuzione di un premio, al concorso di letteratura indetto dalla Fondazione "Famiglia Piccolo di Calanovella" di Capo d’Orlando...
Corrado Carbè, Compagni di viaggio (Racconti), 2017, 8°, pp. 136,
Libreria Editrice Urso, Collana "Mneme" n. 49, € 13,00 – ISBN 978-88-6954-149-0
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Giulio Aprile MIGLIOR METODO PER RISOLVERE LA CRISI
pp. 272, Collana OPERA PRIMA n. 31
Euro 22,00
ISBN 978-88-6954-108-7
L’autore Giulio Aprile è supportato dall’americano Taylor. L’obiettivo di questo lavoro di importanza storica non è stato voluto solo da noi. Inoltre vogliamo rendere più famose a livello mondiale le città di Avola e di Catania.
Giulio Aprile si è laureato a Catania nel 2006 e fa parte dell’Adam Smith Society.
Giuseppe Pignatello Il dialetto della mia terra natia
(Il Siciliano della mia Avola) 2017, 8°, pp. 616, ill.
€ 27,00
Ouesto lavoro, relativo alla parlata locale, si può considerare come la terza parte del libro ''Avola degli Anni Trenta". Non essendo opera di un glottologo o filologo, non ha la pretesa di una rigorosa ortodossia scientifica nell'analisi etimologica di tutti i termini, ma di evidenziare il senso, in essi racchiuso, (talora anche il più recondito), e mantenere così la continuità con !'intera monografia nell'indagine socio-psicologica del nostro ambiente e del nostro popolo.
Ho consultato senz'altro gli autorevoli dizionari etimologici, citati nella bibliografia riportata in appendice al testo, ma il ragionamento sulla origine e derivazione di alcune dizioni del dialetto della mia terra natia, per qualche termine cerca di scoprire un etimo che ha il carattere della verosimiglianza, fondandosi sull'intuizione, sulla critica, sull'esperienza, sull'assimilazione personale, aiutate e confortate dalle cosiddette reminiscenze classiche.
Giuseppe Pignatello (A pag. 6 del volume)
dalla PRESENTAZIONE
L'opera postuma, complessa e corposa, “Il dialetto della mia terra natia al vaglio dell'esperienza critica e dell'assimilazione personale (il Siciliano della mia Avola)" di Giuseppe Pignatello esige, per chi vi si accosta, un chiarimento preliminare. Anzitutto, il ripetersi già nel titolo dell'aggettivo possessivo "mia terra natia" e "mia Avola" rivela una incondizionata adesione emotiva e un amore senza misura per la sua città natale da parte dell'Autore, che ad essa ha dedicato il più e il meglio della sua produzione letteraria. Basti fare, a tale riguardo, un semplice riferimento ai due volumi di "Avola degli Anni Trenta" (Catania, Istituto Siciliano di Cultura Regionale, 1978), alla "Guida di Avola" (Ispica, Martorina, 1980, seconda edizione 1993) e ad "Avola dalla Preistoria al Duemila" (Rosolini, Santocono, 2007), per rendersi conto di questo suo viscerale attaccamento al suolo natio.
In secondo luogo, va subito evidenziato come il suddetto titolo sia fortemente riduttivo rispetto alla copiosa materia trattata con sicura competenza, lunga e meditata preparazione, intelligenza e indefettibile applicazione.
Non siamo dinanzi a un semplice vocabolario del vernacolo avolese, a una fredda raccolta di termini in ordine alfabetico dell'ambito lessicale locale e neppure di fronte a un dizionario, che si limita a registrare e dar conto delle parole nella loro totalità sincronica e diacronica.
“Il dialetto della mia terra natia al vaglio dell'esperienza critica e dell'assimilazione personale (il Siciliano della mia Avola)" è il risultato di un vasto progetto di lavoro articolato, multiforme e originale nella sua impostazione...
"Ma che c'era ad Avola antica prima del terremoto? Chi erano gli avolesi nostri predecessori? Ci avevano lasciato qualcosa che avremmo potuto riconoscere nel nostro costume civile, seppure a distanza di secoli ed in un ambiente socioeconomico fortemente diverso e, per certi aspetti, assai più progredito?".
Dal desiderio di rispondere a codeste domande e, più in generale, dalla voglia di rintracciare un filo conduttore con il nostro passato, fondamentale nutrimento del "senso dell'appartenenza", nasce la presente pubblicazione. Un lavoro di razionale ricostruzione fantasiosa che vuole riscattare un mondo antico dalla distruzione metafisica che sovrapponendosi a quella fisica del terremoto ha confinato quel mondo nel limbo della ignoranza. Insieme a "pezzi" di ordinaria vita quotidiana irrompono, insospettabili evocazioni: il Tribunale della Inquisizione di Spagna; i Cavalieri Teutonici; il francescanesimo, figure di forti pensatori. Occasioni per il lettore di stimolo all'approfondimento e di riflessione sulla complessità di un mondo notevolmente marcato dalla forza di suggestioni irrazionali.
Giuseppe Pignatello Avola degli anni Trenta (in 2 volumi) 1986, 8°, pagine 192 + 338,+ carta topografica di Avola, ill.
€ 20,00
dalla PREFAZIONE
(…)Al nostro sguardo si offre un'Avola che non c'è più: il quieto centro siciliano degli anni Trenta, il cui tempo veniva scandito dalle campane delle varie chiese cittadine, di cui l'orecchio esperto riconosceva la precisa provenienza; un paese sereno, che viveva della sua agricoltura e del commercio delle mandorle, e delle sue antiche tradizioni, che negli anni Trenta si evolsero secondo la ventata patriottarda e retorica della moda politica imperante, con divise, canti, marce, manifestazioni militaresche in omaggio alla illusoria visione degli « otto milioni di baionette ».
I ricordi si colorano delle dolci tinte della giovinezza. I saggi ginnici, in cui si fondevano sport e arte; gli inni marziali; i libri scolastici esaltanti il regime imperante; le prime audizioni radiofoniche, con i bollettini della guerra combattuta in Etiopia nel 1935-36; le entusiastiche adunate al canto di « Faccetta nera» per ascoltare i vibranti discorsi del Capo del Fascismo, sono le tessere multicolori di questo ideale caleidoscopio che Giuseppe Pignatello agita dinanzi agli occhi intenti non solo di chi quei tempi visse, ma anche di coloro che vogliono scoprire come si vivesse allora.
Infatti, l'indagine socio-psicologica di Giuseppe Pignatello è veramente preziosa, da questo punto di vista, perché ci dà un preciso ragguaglio storico – dal di dentro – della società di allora: l'azione della Chiesa, della scuola, dell'unico partito politico allora ammesso, sono viste come un tutto unico, e chiaramente illustrate nella loro prassi quotidiana, tendente a formare « l'italiano nuovo» secondo la visione mussoliniana della vita. Ma nemmeno nella quieta Avola di allora mancavano le voci, caute ma ostinate, del dissenso, provenienti da preti antifascisti come don Bellofiore o da tetragoni professionisti come il dottor G. D'Agata Micale; ma erano veramente le voci di chi grida nel deserto, di fronte all'adesione popolare al regime imperante, adesione dovuta indubbiamente anche al fatto che, per la prima volta nella storia popolare d'Italia, il proletariato trovava gesti di comprensione reale e non soltanto parolaia da parte del governo in carica, con la creazione dello Stato corporativo e con la promulgazione della «Carta del lavoro», che dava ai braccianti e agli operai non soltanto una migliore sistemazione economica ed assistenziale, ma soprattutto una più decorosa considerazione sociale...
Santi Correnti
L'eremita si racconta
Conversazione registrata in occasione del 50° di ordinazione
ISBN
978-88-96071-05-2
€ 8,00
dalla PRESENTAZIONE di Angelo Fortuna
(...)Nella solitudine del suo attuale eremo al centro di una stupenda vallata nel territorio della Diocesi di Noto, popolato dalla presenza mistica della Chiesa netina, di cui, per grazia divina, padre Ugo Van Doorne anima orante e cuore pulsante, il buon eremita continua a vivere il Vangelo sine glossa.
Grazie alla preghiera, divenuto egli stesso pura preghiera, quotidianamente offre la più lampante testimonianza che, dacché Cristo ha riaperto i sentieri del Cielo, non ci sono più due mondi quello fisico e quello spirituale - ma uno solo: il Regno di Dio sulla Terra come in Cielo (Madre Teresa di Calcutta).
In occasione del cinquantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, che ricorre il 27 luglio 2008, padre Ugo, spinto dall'amore per i fratelli, ha avuto l'amabile sensibilità di rilasciare una lunga intervista a Salvatore Adamo, in cui, in forma implacabilmente convincente e serena, risponde a tutti i perché sulla sua singolare scelta di vita.
(...)È veramente mirabile, e fa riflettere come due persone - S. Francesco e P. Ugo - che sembrano per il loro tenore di vita tanto lontane dalla vita quotidiana, siano in ultima analisi le più aderenti alla realtà nella sua integralità e autenticità: storica e metastorica.
Pertanto, già scorrendo le prime pagine, si ha la netta sensazione di trovarsi dinanzi a una meditazione veramente salutare. Quindi, come ho detto a me stesso, ben volentieri ripeto a tutti: prendi e leggi! Non, però, per semplice curiosità o erudizione, ma con un atteggiamento di viva fede e di radicale conversione; appunto, come Francesco.
La conclusione non può essere se non quella stessa di P. Ugo: Francesco è ben altra cosa che un moderno pacifista ed ecologista "ante litteram". È opera di Dio e ha fatto l'opera di Dio.
S.E. Mons. Giuseppe Malandrino
vescovo emerito di Noto
[…]in queste poesie c’è una grande ricchezza, una grande varietà di temi, una polifonia travolgente.
Non è pertanto facile indicare i temi salienti delle poesie qui pubblicate, perché sono tutti interessanti ed efficaci. Magari, quando il lettore pensa di essere entrato nel “teatro” dell’animo del poeta, ecco che egli lo sorprende e lo affascina col susseguirsi rapido di tante immagini, di acuti pensieri e di diversi stati d’animo. Il fatto è che il poeta ha un forte bisogno di comunicare, un’urgenza irrimandabile di dialogo con se stesso e con gli altri, la premura di confessare i suoi pensieri recintati dalla fermezza della ragione, ma espressi anche con tenerezza e con una dolcezza infinita di poeta “fanciullo”… Nei suoi versi inoltre si sente tanta tenerezza, tanta dolcezza e tanta bontà.
In definitiva una “humanitas” oggi piuttosto rara.
Egli sente la dolce e triste melanconia del crepuscolo e la struggente “sehnsucht” tanto cara ai romantici tedeschi.
Ma sente anche che “c’è un fuoco dentro/in ogni fiocco di neve/un casolare pieno di sole”.
E conosce poi la forza balsamica della poesia che “rasserena i cuori accesi come vulcani”.
Corrado Morale, Il mistero della Badia, 2016, 8°, pp. 328,
€ 20,00, Collana Mneme n. 48 ISBN 978-88-6954-109-4
Questo libro è un romanzo e come tale va letto. Le vicissitudini e le azioni dei personaggi, quali il conte, la contessa, Rosa, così come pure gli altri personaggi citati nel romanzo e riferite alla storia di Avola di quel periodo, sono quasi tutte, o in parte, inventate.
Ho preferito altresì fare interagire i personaggi inventati con alcune figure di spicco di quegli anni, citati nella storia della mia città e della provincia di Siracusa, tra i quali: Liberante Mazzone, Giuseppe Bianca, Calogero Gubernale e Gaetano Abela.
Di questi personaggi troverete un accenno alla loro vita nelle pagine di coda. Si è cercato quindi di trasmettere al lettore, lo spirito, gli usi e i costumi dell’epoca, intrecciandoli volutamente con riferimenti storici attinenti. L’autore lascia quindi alla curiosità del lettore ricercare, tra la fantasia e gli intrecci del romanzo, le tante verità storiche.
Corrado Morale
Giovanni Stella Il viaggio alato 2014, 16°, pp. 142
Collana OMNIA n. 5 € 10,00 ISBN 978-88-98381-97-5
Un autore di versi e di prosa vede raccogliere dal
proprio amico-editore Ciccio Urso in un corposo
volume, che inaugura la collana Omnia, il frutto delle
proprie insonnie, ma anche delle ore belle del tempo
libero, nel periodo che va dal 1989 al 2003, sotto il
titolo, scelto dall’autore stesso, Una vita.
Poi l’autore raccoglie in un altro volume lavori
sparsi pubblicati qua e là nel periodo 2004-2009, sotto
il titolo Memoria aggiunta.
Ancora dopo annerisce fogli bianchi velocemente
per scrivere la propria autobiografia che, giorno per
giorno, passa al proprio padre – novantenne lucido e
perfetto anche nel corpo, lettore affettuoso e
affezionato della pagine, tutte, scritte dal proprio figlio
– che opera le correzioni al testo in quanto a date e
nomi.
Pochi giorni dopo la lettura della bozza finale papà
Santo si ammala di colpo per spirare due mesi dopo.
Il titolo del libro è Miele estremo – sublimi gocce di
nettare degli dei – il piacere massimo da sorbire negli
ultimi istanti di vita.
Ora l’autore ha raccolto pagine sparse, talune
inedite altre pubblicate in riviste, perché lo aiutino,
come fossero ali, a volare verso l’ignoto destino nella
tappa ultima del viaggio, prima che dissoltesi le ali
ricada nella fredda nera terra dove nacque.
Lo sbarco e la difesa del settore di Avola attaccato dalle truppe anglo-americane il 10 luglio 1943 è stato ricostruito su due dimensioni: una più emozionale, umana e introspettiva; l'altra più razionale, ufficiale e asettica.
La prima dimensione si basa sui ricordi ancora tramandati dai congiunti e dagli amici di tre militari italiani del settore di Avola: l'evocazione di quei lontani giorni si fonde con un susseguirsi di emozioni e di sentimenti, vissuti tra l'incertezza, l'attesa e l'amara consapevolezza di poter essere strappati dalle braccia dei propri cari da un momento all'altro. Si materializza in tal modo, in tutta la sua tragicità e drammaticità, il vero volto della guerra che vede coinvolto il singolo, con le sue trepidazioni, i suoi affetti e le sue paure, nella sua dimensione di "uomo", prima che di "soldato".
La seconda dimensione si basa sui rapporti e sui verbali degli eserciti italiano, britannico e americano.
Alcuni documenti sono relativi agli ufficiali italiani interrogati al rientro dalla prigionia. Questi documenti hanno consentito una lettura nuova e più completa di quel tragico giorno di 75 anni fa.
Salvatore Di Pietro Viaggi da fermo
2014, 16°, pp. 250
€ 12,00, ill. – ISBN 978-88-98381-98-2
Avevamo conosciuto il nostro grafico come poeta
in "Libri di-versi in diversi libri",
adesso con questo libro conoscerete il nostro "Salvoimprevisti" come narratore...
E vedrete, che scrittura!
Carmelo Sessa Baciato dalla Luna
POESIE
2014, 8°, pp. 56, ill. CollanaARABA FENICEn. 172 € 10,00 ISBN 978-88-98381-96-8
[...] posso dire che chi lo conosce e legge le sue poesie, si rende conto subito che quello è Carmelo Sessa, un uomo semplice sì, ma che con la sua solarità e con la sua sincerità d’animo, riesce ad infondere agli altri l’amore per la vita in tutte le sue sfaccettature.
Carmelo è un poeta che si sta facendo conoscere, e sono fermamente convinta che si farà strada anche per il coraggio con cui riesce a sfidare se stesso. Il suo stile, lo caratterizza, perché è sciolto, essenziale ma vibrante!
Nicoletta De Ieso
Corrado Bono Tra cespugli e fanghiglia si leva il canto… Poesie
Collana "ARABA FENICE" n. 171
2014, 16°, pp. 56
€ 8,00
ISBN 978-88-98381-95-1
Carmela Di Rosa Amo la vita
l'amo così com'è
POESIE 2014, 8°, pp. 56
Collana ARABA FENICE n. 137 € 10,00 ISBN 978-88-98381-60-9
In questa seconda silloge, selezionata nella terza edizione del Concorso internazionale “Libri di-versi in diversi libri”, Carmela Di Rosa matura un linguaggio più completo e poetico sia nella poetica dialettale, con persistenti sfumature di ricordi messi in luce sempre con delicatezza e nostalgia, nonché nella poetica in lingua italiana,.
L’efficacia espressiva e memoriale delle poesie in lingua siciliana diventa un tutt’uno con la tradizione dei valori che porta nel cuore, e con l’amore per il proprio paese e la terra di Sicilia.
La poetessa sviscera le proprie emozioni e tanti suoi ricordi coinvolgendo il lettore e trascinandolo quasi con maestria verso suggestivi paesaggi di ieri e di oggi.
Nelle poesie in lingua italiana persistono il “Tu” conativo, la semplicità dei versi, come ella stessa dice in “La mia poesia”, nonché l’immediatezza delle descrizioni, l’invito a riflettere, ad osservare, a non abbattersi, ad amare la vita ed l’accoglienza.
Personaggi e voci del passato si mescolano e si confrontano con le problematiche dell’odierna società, svegliando dal torpore dell’oblio i ricordi di chi legge, e, stimolando ad una più attenta analisi del mondo che lo circonda.
CARMELA DI ROSA I colori dei miei anni 2013, 8°, pp. 56
Collana ARABA FENICE n. 90 € 9,50 ISBN 978-88-98381-08-1
Gli anni come i colori, la vita come un’intensa tavolozza cromatica dalla quale si può scegliere la giusta intensità, per dipingere la scansione del tempo.
Si affida ai colori, alle sensazioni e alle memorie della sua terra d’origine Carmela Di Rosa ne “I colori dei miei anni”, raccolta di liriche in cui prevale la nostalgia. È un torrente di emozioni che fluisce in componimenti ora in dialetto, ora in italiano, che evidenzia come la bellezza sia un portato percepibile dal siciliano quanto più ci si allontana dalla terra madre.
Succede a Carmela Di Rosa, trapiantata da decenni in Piemonte, dover costatare tra le pieghe della nebbia quanto sia difficile per un siciliano adeguarsi ad un ambiente che non è il proprio, lontano da affetti, famiglia, tradizioni, cultura.
Così, leggendo “Due palme”, si ha l’esatta dimensione dello smarrimento percepito: «Come affetti sono e custodi della casa rappresentano il passato».
(m. p.) Repubblica Palermo giovedì 23 maggio 2013
Salvatore Di Pietro Il cancello chiuso (Ingresso gratuito)
2012, 8°, pp. 80 CollanaMneme37 ISBN 978-88-96071-92-2 € 10,00
Chi ha avuto l’opportunità e il piacere di leggere la recente raccolta di racconti dal titolo Nella valle dell’ozio di Salvatore Di Pietro, sa che al Nostro piace giocare un po’ con il lettore, avvincerlo e a volte un po’ confonderlo con situazioni spesso strane che si snodano fra l’ironico e l’assurdo. Non si sorprenderebbe, pertanto, leggendo, come io non mi sono sorpreso, questa sua primizia, Il cancello chiuso, un racconto inedito che scorre nello stesso alveo gradito dalla penna del Nostro.
Qui, anzi, il gioco si spinge ancora più oltre in direzione del paradosso: il protagonista giunge presso un cancello chiuso al di là del quale c’è una strana città nella quale riesce a entrare soltanto scavalcando quel cancello che il custode, ripetutamente invitato ad aprirgli, non si è preoccupato né di farlo né di rispondergli.
Si viene così a trovare in una città di morti, che è appropriata metafora (nel sentire, non senza qualche ragione, di Di Pietro), della città dei vivi nella quale il protagonista vive...
CLARA MARCHESE Rangzen
2012, 8°, pp. 136, illustrato €25,00
Cento foto per documentare il Tibet fine anni Ottanta.
Un testo per immagini scattate da Clara Marchese nel rispetto della dignità umana
e nella salvaguardia delle identità culturali.
Angelo Fortuna Sotto il cielo della Perla ionica
2011, 8°, pp. 272, illustrato €15,00
Dal vulcano della memoria le immagini emergono a valanga: eruzione continua, impetuosa, inarrestabile. Non sfiorate dalla nebbia del passato, né, tanto meno, dal succedersi tumultuoso degli eventi, dai cambiamenti epocali. Tutte in bianco e nero, ma nitidissime. In primo luogo, le mani tremanti e i volti lividi di spavento, travolti da sensazioni di pericolo imminente, delle donne, l'angoscia degli uomini malamente mascherata da lunghe tirate di schifose sigarette, poi spente sul pavimento con nervosi movimenti dei tacchi delle scarpe, e i concitati parlottii - per meglio dire, balbettii - di gruppi di persone allo sbando per le vie per programmare un improgrammabile fuggi fuggi generale verso la "Montagna", vista come il più sicuro dei possibili rifugi. È forse possibile la programmazione del caos? Nel caos, tra brividi di terrore che ti devastano la mente? [...] Un'eternità è trascorsa da quel fatale 10 luglio 1943, giorno dello sbarco anglo-americano in Sicilia, destinato a mutare il corso della storia nell'Isola e poi nell 'Italia intera. Una eternità, anzi, forse, più propriamente un attimo fuggente ... (Dal racconto "Invasione delle truppe alleate")
FORTUNATO DI NOTO Abbiamo ritrovato la vita
Dall'abuso alla risurrezione 2011, 8°, pp. 128, € 11,00
In oltre vent'anni anni di impegno contro la pedofilia, Fortunato Di Noto, fondatore dell'associazione "Meter", ha incontrato e aiutato centinaia di bambini e adulti vittime di violenze sessuali. Questo libro intenso e dramma tico, ma mai disperato, raccoglie per la prima volta alcune delle moltissime lettere ricevute negli anni. Sono le testimonianze di un lungo percorso di rielaborazione della violenza subita e mostrano che, se è vero che la pedofilia è un crimine che non potrà mai essere dimenticato, è però possibile per le vittime intraprendere un percorso per "ritrovare la vita". Nella seconda parte del volume è pubblicato lo scambio epistolare tra un pedofilo pentito e don Fortunato, a dimostrazione che un cammino di redenzione è possibile anche per chi si è macchiato del più infamante dei crimini. La prefazione del libro è un coraggioso e determinato appello di don Antonio Sciortino, direttore di "Famiglia Cristiana", il settimanale cattolico che già quindici anni fa dedicò al tema una celebre copertina con il titolo "Maledetti pedofili".
Salvatrice Catinello Come potrò dire a mia madre che ho paura? a cura di Roberta Malignaggi
2011, 8°, pp. 128 €14,00
Collana OPERA PRIMAn. 27
ISBN 978-88-96071-48-9
Sabato 28 gennaio 2012 ad Avola nella Chiesa di Santa Maria del Gesù la Libreria Editrice Urso ha presentato il libro di Salvatrice Catinello (a cura di Roberta Malignaggi), dal titolo mutuato da un verso del "Cantico dei drogati" di De Andrè.
Sono intervenuti, oltre al numeroso pubblico (in cui non abbiamo visto “potenti”, quindi non potevano esserci il sindaco, assessori, giudici, né presidenti di enti o altri cosiddetti "potenti" di questa strana e distratta società... Come al solito, o come accade quasi sempre nelle nostre manifestazioni, mancavano i giornalisti locali):
Salvatrice Catinello, l'anziana madre di Claudio, tossicodipendente protagonista dell’articolata storia che questa mamma coraggio e sostenitrice della legalità ha raccontato alla giovane scrittrice di Palazzolo Acreide Roberta Malignaggi, anche lei intervenuta nel dibattito.
Anche don Antonino Caldarella, parroco della Chiesa è intervenuto con un saluto.
Don Vincenzo Sorce, che si occupa di varie comunità di recupero nell'area di Caltanissetta ha dato il suo contributo, e assieme a lui anche Maurizio, ragazzo di una di quelle comunità.
E' intervenuto anche il prof. Elia Li Gioi, ex amministratore del Comune di Avola, a testimoniare il suo impegno, con l'istituzione del servizio locale a fianco dei tossicodipendenti con "Linea verde".
Gradito e desiderato da Salvatrice Catinello è stato l’intervento dell'ispettore di P.S. Giuseppe Di Benedetto e del m.llo dei Carabinieri Salvatore Lonero; loro due sono intervenuti a testimoniare il complesso rapporto con le forze dell'ordine da parte di Claudio Macca, protagonista del libro. Leonardo Miucci, inoltre, è intervenuto nella duplice veste di carabiniere e di intellettuale.
Il coro di Avola "Abola Chorus" diretto dal M° Maria Piccione si è esibito nel corso della manifestazione con tre canti molto toccanti.
Anche Liliana è stata insuperabile col canto che sentite in sottofondo.
Dopo un incontro molto emozionante è viva la speranza che nessun ragazzo possa subire quel che nella vita ha incontrato Claudio, e che nessuna mamma a questo mondo possa sperimentare quel che coraggiosamente, e con dignità ed amore, ha dovuto affrontare Salvatrice Catinello.
In queste pagine vengono riportati i ricordi, le esperienze e le emozioni di un uomo che appena ventenne a bordo dell’incrociatore “Trieste” ha vissuto l’esperienza di una guerra mondiale, la seconda. Dagli assalti ai bombardamenti, dalla distruzione all’affondamento del “Trieste”, e, poi ancora, i messaggi di allerta, le richieste di aiuto, l’attesa… l’attesa dei soccorso.
Proprio il ricordo invadente di un’attesa lo ossessiona ancora oggi… Nello Stretto di Messina quattro giovani aviatori persero la vita, perché le richieste di soccorso furono inascoltate dagli ammiragli. Quale motivo più importante della vita di quattro giovani li fermò?
Poesia, quella della Curcillo, nata dall’esigenza di comunicare personali dubbi, dolori e certezze a chi la legge, che, alla fine della lettura, può intuire, identificare e comprendere comune umanità e comune sentire.
Carmen Rita Pantano Adelia
Una donna nell'arte e nella vita 2011, 8°, pp. 146
€ 15,00
ADELIA CAGLIOLA nacque ad Avola nel 1880, morì a Catania nel 1963 e riposa nel cimitero di AVOLA. Fu educatrice, intellettuale impegnata, scrittrice, demologa raccoglitrice di canti tradizionali avolesi che trascrisse illustrandoli in un volume intitolato “I canti popolari in Sicilia”.
DAL 7 LUGLIO 2011 IN LIBRERIA
Roberta Coffa Esiste il diritto di morire? 2011, 8°, pp. 112
€ 15,00 - Collana ASSAGGIn. 1 ISBN 978-88-96071-47-2
Bioetica, diritto, religione, morale, politica. Questi i campi toccati dalla giovane scrittrice, che affronta scottanti argomenti quale quelli del cosiddetto ‘testamento biologico’ e dell’eutanasia, temi della difficile discussione politica attuale, divisa fra laici e cattolici. Al centro, l’opinione pubblica, “sempre più sondata e sempre meno informata”. E’ possibile ricostituire un dialogo tra le parti che tenga conto dei diversi, e molto spesso confliggenti, interessi in gioco? L’autrice ripercorre, tentando di ritrovarne una base giuridica ed etica, i numerosi interrogativi che, a tutt’oggi, non trovano ancora una risposta soddisfacente: esiste o no il diritto di morire con dignità? Esiste o no il diritto di rifiutare le cure non desiderate? Quali sono, e se ci sono, i confini fra diritto ed etica, fra libertà personale e paternalismo medico? E’ giusto o no che la Chiesa intervenga nel dibattito politico circa le scelte di fine vita? E qual è il ruolo dello Stato italiano dinanzi a tutto questo? Dalla questione squisitamente giuridica ad una discussione etica e culturale, per riflettere su temi estremamente delicati quali quelli della vita e delle morte.
Roberta Coffa è nata ad Avola, il 1° ottobre 1986, vive fra Avola e Catania, dove ha conseguito la laurea magistrale in giurisprudenza nel settembre 2010. Attualmente frequenta il secondo anno della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali a Catania ed esercita la pratica forense presso uno studio legale ad Avola. Collabora alla rivista “Avolesi nel mondo”. A parte il diritto, le sue passioni sono la lettura, la poesia e il teatro. “Esiste il diritto di morire?” è il suo primo libro.
IN LIBRERIA DA SABATO 7 MAGGIO 2011
Paola Liotta Di Aretusa e altri versi
2011, 8°, pp. 88, € 10,00
Collana ARABA FENICE, n. 39 - ISBN 978-88-96071-40-3
(...)Non si tratta di poesie ermetiche, bensì di poesie colte nell’euritmia del verso così come nella scelta del lessico, ben armonizzato con l’interiorità del sentimento espresso, sia esso amore o sentimento del tempo, ricordo come memoria del passato o percezione del presente. La poetessa, infine, si dichiara come in una sorta di epitaffio epigrammatico nella sua veste umana e spirituale nelle liriche “L’amicizia. Che cosa è, veramente?” e “Come sono veramente”, il cui epilogo riporta le note già evidenziate: … vorrei/sempre essere quel tipo di persona/sanamente disposta al rischio/di perdersi per le proprie idee...
Grazia Maria Schirina'
Gabriella Mauciere La moneta avolese delle Salinelle
2010, 8°, pp. 160 € 13,00
Ne La moneta avolese delle Salinelle «l’Autrice presenta, ora in modo narrativo, ora saggistico, quanto quotidianamente può essere appurato nella società avolese di oggi e del passato anche a livello strettamente storico (…) L’opera si apre prendendo spunto dalle ipotesi di Francesco Di Maria e Gaetano Apollo Gubernale per quanto riguarda l’origine di Avola e di Corrado Caldarella Tiberio che si sofferma sulla questione Hybla Major-Avola Antica per passare ad Ibla Major junior, da cui discende l’attuale Avola» (dalla Prefazione di Salvatore Mauciere).
«Non c’era storia, personaggio, evento che ne causasse altri o che fosse preceduto nel tempo, che non avesse determinato il suo carattere, come un dono, come una fiaba che adesso stava per narrare. Lo stesso valeva per l’immagine dentro, come a spiegare che non c’è evoluzione, si è da sempre! (…) Ora poteva andare per la “meta” di altri luoghi e raccontare la sua storia, perché questo aveva scelto il suo Daimon. A noi, visitatori di altri “luoghi”, spetta trovare dentro le “parole” lette, il nostro “Daimon”, il nostro talento e testimoniare la verità» (dalla Introduzione di Carmela Tringali)”.
Corrado Bono La nuova alba
2010, 16°, pp. 64 € 10,00
ISBN 978-88-96071-36-6 disponibile in libreria già dal 20 dicembre 2010
A ben sei anni di distanza dalla pubblicazione del primo volume di poesie, “Frammenti di luce”, Corrado Bono si presenta con la silloge “La nuova alba” che si pone, già dal titolo, come l’avvio di un nuovo percorso, una nuova nascita, o rinascita, come quella del giorno che immancabilmente porta la luce che si affaccia sul mondo uguale e sempre nuovo.
“Non berrai mai la stessa acqua”, “tutto scorre” e si rinnova; tutto, le cose come gli uomini; allo stesso modo l’autore tende all’acquisizione di una nuova consapevolezza e crescita personale.
Già l’esergo, nell’antiporta, propone, in nuce, il pensiero dell’autore in riferimento al suo concetto dell’arte e della poesia. L’artista è chi riesce a rivelare la bellezza, spesso trascurata, o poco goduta, della vita (gli uomini si ricordano delle cose belle di cui sono detentori solo dopo che ne hanno perso il godimento); la poesia, in particolare, esprime i concetti fondamentali che arricchiscono e rinnovano, con la loro essenziale semplicità, l’esistenza tutta; anche quando il corpo non esiste più, leggendo i versi, si avverte sempre la presenza viva del poeta, come da ogni opera viene trasmessa quella dell’artista che l’ha prodotta.
Conosco da tempo Corrado; la prima cosa che colpisce di lui è la semplicità nell’approccio e la facilità di versificazione, la capacità di cogliere, con brevi tratti e in modo estemporaneo, i caratteri salienti di un evento, sia pure marginale, di una persona, di un atteggiamento. Non appena qualcosa colpisce la sua attenzione, ecco che subito vengono presi l’immancabile penna e taccuino, per annotare le impressioni su fatti occasionali, la natura, gli affetti, gli amici, le costruzioni, le feste, le opere dell’uomo, ecc... Tutto può divenire oggetto della sua attenzione, da un piatto prelibato, a un incontro in ristorante, alla laurea di un amico. In alcuni casi potrebbero essere considerati dei veri e propri “Xenia”, alla Marziale, omaggi dedicati e/o occasionali...
dalla Prefazione di Grazia Maria Schirinà
Angelo Rullini L'autra facci 2010, cm 16 x 22, pp. 56, € 10,00 Collana ARABA FENICE n. 37 ISBN 978-88-96071-29-8
Dal 16 novembre 2010 in libreria
TISTAMENTU
Cc'agghiu campatu a ffari ni 'stu munnu
se dopu 'i mia nun vi lassu nenti
tra sintimenti bboni e llungu sonnu
chi llassu a la me' morti? Quasi nenti!
Agghiu campatu abbia ri stenti
e agghiu tuccatu spissu 'u funnu
cchi l'agghiu fattu a ffari porcu munnu
se chiddu cc'agghiu fattu e' uguali a nnenti...
DAL 6 NOVEMBRE 2010 IN LIBRERIA Giovanni Stella Miele estremo
2010, 16°, pp. 270
Libreria Editrice Urso, Collana Omnia n. 3 € 13,00
ISBN 978-88-96071-33-5
''Miele estremo'' e' l'ultimo libro di Giovanni Stella, pubblicato nel novembre 2010, anch'esso come tutti i precedenti, per i tipi della Libreria Editrice Urso di Avola. L'opera, che raccoglie scritti del 2010, si aggiunge, in extremis, come il titolo vuole suggerire anch'essa, così come''Memoria aggiunta'' uscita nel 2009, al macrotesto ''Una vita'', un corposo libro, quest'ultimo, di oltre milleduecento pagine pubblicato nel 2003, in cui Stella, avendo deciso di porre termine alla sua attivita' letteraria, volle riunire i suoi scritti composti tra il 1989 e quello stesso anno della pubblicazione. Da qui il titolo Una vita, a significare che quel ponderoso volume raccoglieva, e sigillava definitivamente, gli scritti di tutta una vita.
Caro Stella,
ho letto il Suo nuovo libro di memoria, di vita, di viaggi: con emozione e divertimento e anche con commozione.
Ella sa soprattutto cogliere in modo ammirevole persone curiose, bizzarre, avventurose, ad Avola come in altri paesi della Sicilia, e figure imprevedibili incontrate nei Suoi viaggi. Vengono fuori dall'elegante e festosa scrittura e subito appaiono indimenticabili. Miele estremo è davvero un bel libro, uno di quelli che conforta l'anima.
Giorgio Bárberi Squarotti
NOVITA' DI APRILE 20010
RIPROPOSTA DOPO CENTOTRENTACINQUE ANNI
LA NUOVA EDIZIONE DI UN LIBRO SUL TEATRO DI AVOLA
GIOVANNI PRIOLO Teatro d'Avola in Provincia di Siracusa 2010, 16°, pagg. 64
Libreria Editrice Urso
Collana RECUPERATA n. 2, € 6,00
Con
questa nuova edizione, viene riproposto ai
lettori di oggi questo raro testo nella mia collana Recuperata,
in concomitanza della fine del lungo lavoro di restauro e di rifacimento del
Teatro Garibaldi, e voglio dedicare il mio
personale sforzo (portato avanti, come sempre, senza finanziamenti pubblici) a
tutti gli appassionati di storia patria.
NOVITA' MARZO 2010
Italico L. Troja La mia “prima etade” 2010, 8°, pagine 128, illustrato, € 15,00 Collana MNEME n. 22 ISBN 978-88-96071-23-6 ACQUISTA
L’autore, siciliano “moribus non natione”, ripercorre e rivive non senza emozione i primi anni della sua lunga esistenza, da quando la sorte gli fece vedere la prima luce a Sesto al Reghena, un paese ricco di storia e di monumenti, della incantevole prealpe friulana, fino agli anni felici “del consenso” nei quali i genitori, tornando ad Avola, lo portarono nella città dei loro antenati, riparata dalle dolci colline iblee e baciata dall’azzurro Jonio.
Approdato nel quartiere detto “della Stazione”, da poco dominato da una elegante villa comunale, così ricca di alberi e di fiori da far pensare ad un orto botanico, esso divenne il centro dei suoi svaghi ma anche il centro di osservazione della vicenda quotidiana di tanta gente che nelle feste divideva il suo tetto con l’asino, perché durante tutta la settimana, nei vigneti di Pachino ( Bimmisca, Bonfalà, Busulimuni, Bonivini), faticava con la zappa dall’alba al tramonto per assicurare un tozzo di pane ad una nidiata di figli. Accanto a questa gente umile ma eroica, operavano botteghe di artigiani, i cui titolari esercitavano un’arte oramai quasi o del tutto scomparsa: sarti, calzolai, bottai, carradori, maniscalchi, fornai, vasai, biciclettai.
La permanenza nel quartiere (ma non l’appartenenza) cessò tragicamente la notte del 9 Luglio 1943, notte di lutto per la famiglia e per la Patria.
Oltre all’affetto degli amatissimi congiunti, i genitori e i due fratelli, visse una stagione di affetti, la cui sfera comprese anche una numerosa schiera di compagni “stazionari” e un’altra, più ristretta (di poco più di venti persone), di stessi compagni nel quinquennio della scuola elementare. Su questi ultimi campeggia la figura dell’unico, comune e impareggiabile maestro: Antonino Mangiagli, il quale da una scolaresca raccogliticcia riuscì nel quinquennio a trarre fuori un manipolo di futuri valenti artigiani e professionisti. Discepoli costoro, che non dimenticarono mai e benedirono sempre l’opera di tanto Maestro.
Come docenti privati delle materie di secondo grado, la cui fama toccava anche i centri vicini, l’autore ricorda con particolare gratitudine don Francesco Piccione, Alessandro Patti, il baronello Saverio Greco e Salvatore Nigro.
Chiude il libro quello che ne costituisce la spinta e il motore, la rievocazione cioè dell’amore innocente che legò l’autore ad una bimba, entrambi non ancora decenni, e che, anche se avversato pervicacemente dagli ambienti religiosi da essi praticati durante l’adolescenza, per la fermezza e la costanza della bimba fu coronato prima dall’altare e dopo da una convivenza, che durò quarantasei anni. Fino a quando, cioè, la bimba si spense, venti anni fa.
DAL 30 OTTOBRE IN LIBRERIA
Giovanni Stella ''Memoria aggiunta (2004-2009)''
2009,
16°, pp. 144, Collana OMNIAn. 2 ISBN 978-88-96071-21-2, € 10,00 Giovanni Stella, con la sua opera (''Una vita'' e adesso ''Memoria aggiunta'') ha fatto, fra l'altro, quel che Gesualdo Bufalino si augurava avvenisse in ogni comune o città per mano di uno scrittore, e cioè il catasto umano del luogo, vertgato su carta, per restare nella memoria dei presenti e nella conoscenza dei posteri.
Nel linguaggio giuridico memoria aggiunta è un documento nella forma scritta che, con dissertazione pre-feribilmente erudita, volge a replicare alle deduzioni avver-sarie, costituendo perciò una integrazione dei mezzi difensivi utile al contraddittorio fra le parti del processo.
Nella letteratura, memoria, con riferimento alla dea greca Mnemosine, madre delle Muse, è una testimonianza, prevalentemente in forma narrativa, di blank autobio-grafico che, con valore affettivo, evoca un tempo passato e, sull’esempio di M. Proust, un “tempo perduto”, alla cui ricerca e rievocazione, attraverso la pagina scritta, tende.
Perciò un libro autobiografico di memorie.
Quando a un testo di memorie di un periodo se ne aggiunge un altro, riguardante il periodo successivo, la memoria diventa aggiunta.
Il presente volume perciò raccoglie scritti sparsi, già apparsi su riviste varie nel periodo 2004 – 2009, successivo al macrotesto Una vita (Libreria Editrice Urso, Avola 2003, pp. 1256) recante lavori intercorsi fra il 1989 e il 2003.
Giovanni Stella
Nino Muccio L'Ammiraglio e l'America
2012, 8°, pp. 376, Collana Mneme n. 27 - ISBN 978-88-96071-09-0- € 25,00
Sullo sfondo di una storia d’Italia raccontata a partire dalle guerre coloniali di fine Ottocento, vengono narrati i destini irrevocabilmente e tragicamente segnati dei personaggi che trovano posto dentro questa grande vicenda corale. A cominciare da Vincenzo l’Ammiraglio che, col preciso intento di diventar ricco, lascia la casa del Guardabosco e va a cercar fortuna in Africa. Anche a suo padre, il temibile Guardabosco, una quarantina d’anni prima, quando ancora non aveva potuto sposare l’Orba, era capitata un’avventura simile: volontario in Africa per sfuggire alla fame. Alla campagna d’Abissinia il giovane nespolaro prende parte dopo essersi arruolato nell’esercito coloniale del Fascismo proiettato alla conquista di un posto al sole. Nell’ambiente africano Vincenzo sente la gloria a portata di mano. Ecco perché non si tira mai indietro: né col camerata Vanvitelli, né con la signora Filomena Quartuccio ora sposata al Vanvitelli e prima di costui al professor Sanfelice e ancor prima a un tal Filippo Spada. Ma nel destino di Vincenzo non c’è gloria: un mesto ritorno a casa e poi altri tragici eventi. L’incontro con la Strappagola, figlia di Felice il Comisano, eroe sconosciuto ai più ma morto con ignominia. L’incontro con Dietrocaricoavantiuncolpo, incauto artefice della sua illusoria fortuna. Infine l’incontro più struggente, quello con la piccola Cora, sul cui giovane viso di adolescente si scarica la primitiva violenza di Vincenzo, prima che la bambina abbia potuto mettere al mondo Mangiaricotta. Ad infittire la trama altri personaggi rappresentativi di un mondo le cui regole primitive e crudeli non cambieranno mai, contribuiscono a delineare nel loro insieme il quadro socio-antropologico dell’Italia di quegli anni.
Questo fu il primo volume da me pubblicato e segnò nel 1981 la nascita della mia attività editoriale;
il libro è contemporaneamente anche il primo pubblicato da Sebastiano
Burgaretta e, sicuramente il nostro best e long-seller, con oltre duemila
copie vendute. È stato da me riedito nel 1998, dopo tante richieste di lettori,
con un saggio di Giuseppe Astuto e un'intervista-novità all'avv. Fausto
D'Agata, vicesindaco all'epoca dei fatti e adesso riproposto in terza edizione in occasione dell'anniversario dei quarant'anni da quei tragici fatti.
Il 2 dicembre 1968, durante uno
sciopero di braccianti la polizia sparò ad Avola, e ci furono due morti
oltre a numerosi feriti. Questo libro ricostruisce la sequenza di quegli avvenimenti
per far conoscere ai giovani quella brutta storia e, ricordarla a chi facilmente
dimentica.
Francesco Urso
DA OTTOBRE 2008 IN LIBRERIA
Baldassare Cuda Quando
la terra era di tutti.
Gli Usi Civici
ad Avola 2008,
8°, pp. 224, ill., € 25,00
ISBN 978-88-96071-00-7
CollanaTerritorio e memoria Acquanuvena N. 1
Contributi
alla conoscenza della storia del territorio avolese
[...] Nella storiografia italiana attuale le ricerche sugli usi civici non sembrano né di moda, né numerose. Si era avuta una stagione proficua nell'età di passaggio fra Otto e Novecento, grazie allo sviluppo di una scuola storico-giuridica che in Sicilia aveva avuto diversi e brillanti epigoni. Poi era calato il silenzio, anche perché il contesto politico-istituzionale si era fatto tutt'altro che favorevole a ricerche sulle proprietà collettive o sugli usi della terra "dal basso", da parte degli strati popolari delle società locali. "Legnare, pascere, seminare" in forme comunitarie era progressivamente proibito prima dalle usurpazioni e poi dal quadro giuridico di una protezione della proprietà privata di carattere sempre più spiccatamente capitalistico: la storiografia non poteva non essere molto condizionata da questo contesto, caratterizzato prima dal sistema liberale e poi dal regime fascista. Soltanto dietro le spinte del movimento contadino nel secondo dopoguerra era ripartita la ricerca sugli usi civici e sulla proprietà collettiva. E di nuovo, ai nostri giorni, alcuni storici italiani hanno ripreso ad interessarsene, risentendo dell'attenzione dei movimenti altermondialisti alla questione agraria e alla sua storia.
In quest'ambito storiografico s'inserisce la ricerca di Cuda, che storico non è di professione, ma che storico si fa partendo dal suo "andar per colli e valli" iblei e facendo scorrere il suo occhio sui segni del territorio. Giuseppe Restifo
(Professore di Storia moderna - Università di Messina)
Baldassare Cuda, meglio conosciuto come Saro, è nato a Mazzarino (CL) nel 1950, vive ad Avola dal 1977, dove si è trasferito per fare il servizio civile, da obiettore di coscienza.
Impegnato nei movimenti per la Pace, tra i soci dell'Associazione Acquanuvena.
All'interno di questa associazione ecopacifista ha sviluppato un'attenzione particolare alla conoscenza del territorio nei suoi aspetti storico-antropologici.
Questa pubblicazione è frutto di una ricerca fatta soprattutto a partire dai documenti dell'Archivio Storico di Avola.