Una
Vita
Lultima opera di Giovanni Stella, Una Vita (Libreria Editrice
Urso, Avola, 003), non ha bisogno di presentazioni per chi conosce
lautore, le sue precedenti iniziative letterarie e, soprattutto,
luomo. Il senso dellodierno, immane lavoro reca un sentimento
intuibile già dalle prime pagine.
Lopera racchiude tutte le precedenti e ne contiene delle inedite,
sia in forma poetica sia in prosa, con note critiche di autori vari
in appendice. Un lavoro immane, per lappunto.
Dal canto della poesia Stella rivela una personalità sensibile,
capace di cogliere dalla realtà la sua musa ispiratrice. Lanimo
poetico si enfatizza e ne resta influenzato sotto le spinte propulsive
del realismo quotidiano, mentre i significati allegorici ne costituiscono
lessenza principale. La poesia diventa così una realizzazione
dellanimo dove i componimenti vengono alla luce con la sensibilità
del cuore piuttosto che con la superbia dellintelletto. La predisposizione
danimo, funzionale al concepimento poetico, si materializza
in un significato che porta il lettore ai tempi di innamorata gioventù.
Ma la personalità poetica di Stella è intrisa anche
di significati complessi che riflettono la sua stessa dimensione di
uomo: la vita come inizio, il modo di viverla, la morte come fine,
come ignoto, il mondo siciliano e la stessa Sicilia, appaiono come
costanti nelle sue opere.
Non di rado è ravvisabile una punta di pessimismo: forse non
si esagera nellaffermare che siamo quasi in presenza di un pessimismo
leopardiano cagionato, chiaramente, da eventi e sentimenti esistenziali
differenti.
Nelle opere in prosa, invece, siamo in presenza, tra le altre cose,
di una dolce nostalgia del passato dove più sentiti erano i
valori, basati sulla normale quotidianità di paese: nel Museo
della memoria (opera inedita), per empio, è tangibile
questo sentimento. È un invito al ritorno a quelle piccole
gesta che facevano lidentità dei luoghi e delle persone
che li vivevano; ma al tempo stesso vuole essere una critica allodierna
società in cui proprio quelle piccole cose si sono smarrite
e con esse lidentità della comunità.
Lopera in prosa presenta anche una peculiarità intrinseca:
contiene forse un inconsapevole contenuto antropologico, credo importante
per chi volesse tra qualche ventennio e più intraprendere studi
sul modo di vivere dei siciliani e degli avolesi in particolare.
Complessivamente Stella risente della influenza di Gesualdo Bufalino,
suo insigne e preferito autore. Al pari del comisano scrittore e poeta,
anchegli mette in discussione tematiche di rilievo: la memoria,
la Vita e la Morte, lesistenza o meno di Dio, anche se in Stella
questultimo elemento, ancorché riscontrabile nella complessità
dellopera, è forse meno manifesto; gli ossimori, poi,
ne fanno anche qui un tratto caratteristico.
La differenza, tuttavia, la si coglie nel modo di approcciarsi con
la scrittura: Bufalino, come lo stesso Stella ha riferito, è
un cesellatore della parola, un orafo della lingua italiana; Stella,
invece, adotta un linguaggio marcatamente allegorico, ravvisabile
soprattutto nella poesia, a tratti forse anche scontato e prolisso,
ma ciò trova la sua giustificazione nel fatto che il modo di
scrivere di Stella risponde ad una necessità, limmediatezza.
E pur di raggiungerla, pur di non avere incertezze circa la sua destinazione
verso il lettore, pur di colpire il lettore Stella preferisce essere
prolisso ed allegoricamente scontato. Ritengo sia un pregio oggigiorno
per i poeti e per gli scrittori in genere: la lettura e, soprattutto,
la sua comprensione diventa fruibile per tutti e non solo per gli
addetti ai lavori.
Tuttavia, il libro di Giovanni Stella pur essendo in commercio non
è stato concepito per la vendita: è un libro che quasi
corrompe il lettore, lo corteggia, soprattutto le opere
inedite, fino a farlo uscire dal guscio morale che lo circonda. In
questo caso una particolare predisposizione danimo è
importante se non addirittura necessariamente richiesta.
Leonardo
Miucci
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